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La Cassazione ha assolto l’ex sindaco di Roma Marino 

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Assoluzione “perché il fatto non sussiste” per l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, imputato per peculato e falso nel processo sulla rendicontazione degli scontrini di alcune cene di rappresentanza pagate con la carta di credito del Campidoglio. La sesta sezione penale della Cassazione ha accolto il ricorso presentato da Marino contro la sentenza, emessa in appello l’11 gennaio 2018, che lo aveva condannato a due anni. L’ex sindaco era stato invece assolto in primo grado. Anche il sostituto pg Mariella de Masellis, nella requisitoria di questa mattina, aveva sollecitato l’assoluzione di Marino, chiedendo l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna.

Al centro del processo, la rendicontazione di una cinquantina di cene, per un totale di circa 12 mila euro, che Marino aveva pagato con la carta di credito di rappresentanza del Campidoglio durante i 28 mesi del suo mandato tra il 2013 e il 2015. Bisognerà ora attendere le motivazioni alla base del verdetto assolutorio della Cassazione, che, di norma, vengono depositate entro 90 giorni.

“Giustizia è stata fatta. Finalmente oggi è stato restituito l’onore che merita al professor Marino”, afferma l’avvocato Enzo Musco, difensore dell’ex sindaco di Roma. “Sono contento – aggiunge – che il procuratore generale abbia integralmente sposato la nostra tesi difensiva e abbia ricordato a noi tutti l’autonomia della valutazione giuridica, il che vuol dire che il giustizialismo politico deve rimanere fuori dalle aule dei tribunali”. Gli “accusatori politici e materiali di questo processo, rappresentanti dell’attuale amministrazione comunale – continua il legale – erano gravemente in malafede e a tal proposito invito a rivedere quel video di De Vito pubblicato il 2 ottobre del 2015 dove si evincono le modalità con le quali si volevano acquisire i documenti contabili della Giunta Marino”.

“Una ferita che non si rimargina”

“Hanno vinto la verità e la giustizia. Era ora. La sentenza della Cassazione non rimedia ai gravi fatti del 2015, alla cacciata di un sindaco democraticamente eletto e di un’intera giunta impegnati senza fare compromessi per portare la legalità e il cambiamento nella Capitale d’Italia. Una ferita per la democrazia che non si rimargina. Per le valutazioni politiche e le responsabilità individuali ci sarà tempo, domani”, dichiara Ignazio Marino, “oggi è il tempo delle considerazioni personali. E non posso che ripetere a testa alta, come ho sempre fatto, ciò che ho sostenuto dal primo giorno in cui mi sono state rivolte accuse infondate e infamanti: non ho mai utilizzato denaro pubblico per finalità private. È piuttosto vero il contrario. E finalmente oggi è chiaro e tutti, anche a coloro che mi hanno infangato provocando dolore e imbarazzo a me e alla mia famiglia”.

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