“Si brucino le inutili corone di fiori degli ultimi quarant’anni e si abbia il coraggio di ammettere per iscritto di chi sia vittima Aldo Moro, se non è vittima del terrorismo. Significherebbe che lo si voleva morto a ogni costo”. La petizione
“Adesso basta”. Due parole a contenere un’immane sofferenza, quella di una figlia e un nipote che non trovano pace: “Mamma dovevi farmi uscire col nonno, così sarei morto anch’io e non avrei sofferto”. Nel video denuncia del 18 aprile scorso, Maria Fida Moro, primogenita di Aldo Moro, il Presidente della Democrazia Cristiana rapito e assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio del 1978, pronuncia una frase che gela il sangue nelle vene a chi l’ascolta.
E fa tornare indietro a quel giorno, a quei lunghissimi 55 giorni, in cui l’Italia intera è sprofondata nella tragedia. Che è nulla, a confronto di quella della sua famiglia, che non trova né pace né risposte.
Ma mentre tutti gli altri sono tornati alla “normalità”, Maria Frida Moro e suo figlio Luca stanno ancora combattendo una battaglia che è anche nostra, che dev’essere anche nostra. Quella per il rispetto e la verità.
Nasce da qui il sito, autofinanziato, www.salviamoaldomoro.it, dove trovare le loro testimonianze ma soprattutto firmare la petizione: “Mio figlio Luca e io abbiamo deciso di raccogliere le firme degli italiani perché sia applicata la legge in favore delle vittime del terrorismo anche nei confronti di Aldo Moro, specificando quanto segue: lo facciamo per il denaro? Anche! Sì, perché ci spetta, perché siamo discriminati a tutti i livelli fin dal 16 marzo 1978″.
“Ma soprattutto perchè papà non deve essere discriminato a sua volta. Quando era in vita non si è limitato a non rubare niente (cosa giusta e doverosa), ma ha devoluto la sua intera indennità ai bambini poveri del sud perché potessero studiare. Così facendo, inconsapevolmente ha leso noi. Criticateci pure se pensate che noi chiediamo questo per una mera ragione economica e non per il principio, ma mentre ci criticate ricordatevi che non abbiamo scelto noi di essere vittime del terrorismo“.
“Voglio proprio vedere – continua Maria Frida Moro – quanti italiani sceglieranno la scomoda, ma luminosa via della verità, e se saranno capaci di esporsi e per questo perdere qualcosa in favore della vita mancata di Aldo Moro, spesa “inutilmente” per l’Italia”.
“Il lavoro della seconda Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e l’omicidio di Aldo Moro dev’essere divulgato perché contiene moltissime conclusioni che ribaltano le verità ufficiali”
“Denuncio lo Stato al Tribunale dell’Aja: la legge in favore delle vittime del terrorismo dev’essere applicata anche nei confronti di Aldo Moro. Molte persone hanno lucrato su di lui ma nessun politico fino a oggi ha sostenuto il nostro appello. Chiediamo che il lavoro della seconda Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e l’omicidio di Aldo Moro venga divulgato perché contiene moltissime conclusioni che ribaltano le verità ufficiali“.
“Che si trovi un altro simbolo e si brucino le inutili corone degli ultimi quaranta anni e si abbia il coraggio di ammettere per iscritto di chi sia vittima Aldo Moro, se non è vittima del terrorismo. Significherebbe che lo si voleva morto a ogni costo“