Generazione Z: ‘Chi sono?’. Se si chiedesse come si chiamano i nati dal duemila in poi probabilmente quasi tutti risponderebbero: ‘Millennials’? ma questi ultimi hanno iniziato a calcare le scene un ventennio prima. Perché gli adolescenti degli anni ’20 sono ancora avvolti nel mistero; basti pensare che l’attuale generazione di adolescenti non ha ancora un nome proprio (come i ‘baby boomer’ o gli stessi ‘millennials’). Così, per farli conoscere meglio, Daniele Grassucci e Federico Taddia – entrambi da sempre attenti al mondo giovanile, l’uno come fondatore e direttore del portale Skuola.net, l’altro come giornalista, scrittore e autore televisivo – hanno deciso di far parlare direttamente loro: 30mila ragazzi tra i 12 e i 17 anni, a cui hanno posto un centinaio di domande che facessero emergere ogni loro sfaccettatura; senza filtri né pregiudizi.
Un racconto a ruota libera, raccolto peraltro nel pieno della pandemia. Dodici temi – amicizia, amore, corpo, credo, felicità, futuro, impegno, passioni, paure, rabbia, rivoluzioni, social – che hanno permesso di costruire ‘Chi sono? Io. Le altre. E gli altri’ (De Agostini): più che un libro un ‘atlante’ per orientarsi nell’universo GenZ, utile soprattutto ai grandi, per capire davvero le nuove generazioni.
Tra le coordinate base da cui si parte, per esempio, il ‘gender fluid‘: il 10% afferma di non identificarsi in un genere preciso o preferisce non rispondere alla più classica delle domande con risposta binaria. O ancora: le rivoluzioni da fare, cambiare la scuola, trovare lavoro a tutti, salvare il pianeta. Ma anche: proiettandosi in avanti, le nuove generazioni hanno già le idee abbastanza chiare su come vorrebbero essere da grandi. Più di 6 su 10 cercheranno di inseguire prioritariamente un lavoro che realizzi i propri sogni, solo il 27% cercherà principalmente il benessere economico mentre il 12% perseguirà l’abbondanza di tempo per sé. In oltre 8 casi su 10, poi, vorrebbero costruire una famiglia soprattutto attraverso un legame matrimoniale. E 3 su 4 aspirano a diventare genitori. Ma, ragionando in modo maturo, non vogliono bruciare le tappe: prima di mettere su famiglia bisogna raggiungere una certa ‘stabilità’ personale ed economica. Anche perché, in fondo, i soldi contano poco solo per il 3% di loro. Poi c’è l’amicizia: circa 8 su 10 raccontano di avere un amico del cuore. La scuola, in 3 casi su 4, è il luogo dove si è cementato il legame. Questo fa comprendere quanto sia fondamentale il ruolo dell’istituzione scolastica ai fini dello sviluppo relazionale. E quanto sia dannoso l’isolamento per questa generazione; anche perché solo 1 su 4 considera vere le amicizie nate e cresciute online. Amici che, per 6 su 10, sono anche gli alleati preferiti nel risolvere i problemi. Per questo guai a confondere amore e amicizia: si rovinerebbe tutto.
Le passioni: il 72% racconta di svolgere un’attività che lo fa sentire bene e che ha permesso, a 1 su 3, di trovare nuove amicizie. Di che si tratta? Ballare, cantare, suonare, leggere, disegnare, recitare e così via. Per quanto riguarda i modelli di riferimento: Greta Thunberg, icone generazionali (come Chiara Ferragni, Harry Styles, Billie Eilish, Cristiano Ronaldo), i grandi della scienza (Rita Levi-Montalcini, Stephen Hawking, Marie Curie, Samantha Cristoforetti) passando per i big dell’imprenditoria (Bill Gates, Elon Musk, Jeff Bezos). Che si contendono il ruolo di ‘faro’ con gli altri adulti di riferimento, come genitori, nonni e prof. E poi ci sono i social come un rifugio.
Fonte Ansa.it