Giochi per allenare memoria e inventiva, lezioni di matematica in cucina e di geometria costruendo aquiloni, scienze si ripassa passeggiando nei boschi e disegnando si impara anche a scrivere. Ad aiutare genitori sull’orlo di una crisi nervi, impauriti all’idea che i figli, dopo mesi di Covid, si ripresentino a scuola senza i compiti fatti, è Elisabetta Nigris, docente alla università di Milano Bicocca dove insegna “Progettazione didattica e valutazione”nel corso di laurea in Scienze della formazione primaria.
Elisabetta Nigris
Come si supera l’incubo dei compiti per le vacanze?
“Dopo mesi di lezioni a distanza durante il lockdown, i bambini hanno detto che la scuola gli era mancata, vediamo di non fargli passare la voglia di tornare in classe a furia di compiti e obblighi in questo mese d’estate.”
Che fare per i più piccoli?
“Intanto rendiamoci conto che non si può recuperare quello che non è stato spiegato durante l’anno, i genitori non possono sostituire gli insegnanti, ma posso fare altre utilissime cose per i loro bambini nei giorni d’estate. In modo diverso, utilizzando la natura, le loro passioni, la cucina, o una semplice passeggiata per tener sveglia le mente dei ragazzi, interessarli e anche ripassare qualche nozione”.
Ma è vero che in estate si perde il 40% di quanto si è appreso?
“Come tutti, anche gli adulti, c’è una temporanea perdita di sapere, ma la cosa è più grave nelle famiglie disagiate che hanno pagato anche il prezzo più alto durante il lockdown” dice la professoressa che collabora con Save the children ha organizzato lezioni per i docenti che dovevano attrezzarsi con la didattica on line.
Propone lezioni estive in cucina?
“Giocando, con leggerezza i bambini possono imparare, riabituarsi ai numeri, alla matematica. Coinvolgendoli nella preparazione di piatti possono fare moltiplicazioni, divisioni in base alla quantità di alimenti necessari alla ricetta del dolce che poi si mangeranno. Ma qualsiasi interesse abbia un genitore può essere utile, si ripassa la geometria costruendo aquiloni. Mio marito portava le figlie in campagna e faceva vedere gli insetti, la differenza di numero di gambe tra un ragno e una libellula, scienze e matematica allo stesso tempo”.
Una scuola informale all’aperto?
“Anche costruire una capanna puo essere utile, noi facevamo fare compiti alle nostre figlie nei giorni di pioggia, o dalle 2 alle 4 quando non si andava al mare. Per il resto ogni occasione era buona per tenerle sveglie, interessate, emozionate. Davanti ad un paesaggio si chiede cosa ti piace, chi sa disegnare usa i colori e allena la mano e il coordinamento che tanto gli servirà nello scrivere”:
C’è chi propone di tenere un diario.
“Il diario è qualcosa di privato, che ai genitori non hai voglia di far vedere, ma i ragazzi possono scrivere delle cronache della giornata, i momenti più belli, quelli più deludenti come se scrivessero ad un amico o alla professoressa. Così mantengono anche un linguaggio comunicativo e imparano a contestualizzarlo in base alla persona cui scrivono”.
Niente giochi?
“Soprattutto giochi, quelli di società esercitano la mente. Possono anche inventarli i giochi, spedirli ad un amico via WhatsApp e provare a vedere se funziona. Creatività, metodo, capacità di comunicare quello che si è creato”.
Quanto è importante la lettura?
“Molto, ma lasciamoli leggere i libri che amano, siano fantasy o gialli. E se non amano leggere dobbiamo essere noi adulti a dovergli leggere ad alta voce. Serve sempre, serve moltissimo: con la lettura gli entra dentro un linguaggio non così appiattito, come spesso è quello che usano tra loro, si ritrovano senza accorgersene con un lessico piu vario. Gli si apre un mondo nuovo, si arricchisce la loro immaginazione, il loro immaginario”.
Fonte www.repubblica.it