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La rabbia delle Regioni ‘rosse’

Proseguono le polemiche all’indomani del nuovo Dpcm che divide il territorio in zone rosse, arancioni e gialle in base alla diffusione del contagio, con misure differenziate che saranno in vigore da domani.

PIEMONTE – “Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili”. Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio affida ai social il commento alla decisione del Governo di mettere il Piemonte in zona rossa. “Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte pretendo dal Governo chiarezza”, rimarca Cirio che chiede perché scelte così importanti siano state prese “su dati vecchi di almeno 10 giorni” e non sia stato considerato “il netto miglioramento dell’Rt”. “Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte – ribadisce su Facebook Cirio -. Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i Piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza”, scrive su Facebook il governatore piemontese, che confessa di “aver dormito poco”. “Perché per Regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso – si chiede ancora Cirio – Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte, pretendo dal Governo chiarezza”. 

 “In questo momento drammatico, le istituzioni devono assumersi le proprie responsabilità. Il Governo l’ha fatto, stabilendo dei criteri di rischio per le Regioni”. A dirlo la sindaca di Torino Chiara Appendino che su Facebook sollecita a “mettere subito in atto un piano dettagliato e concreto che ci faccia passare alla fascia di rischio inferiore e che ci porti, Torino e il Piemonte, fuori dal lockdown il prima possibile”.

LOMBARDIA – “Le richieste formulate dalla Regione Lombardia non sono state neppure prese in considerazione. Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita”. Lo dice il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha dichiarato la Lombardia zona rossa.

“Io non posso che dire che il sistema scelto dal governo per definire le zone gialle, arancioni e rosse sia troppo complesso“. E’ il commento del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, al nuovo decreto del governo per contenere i contagi da Covid, sulle sue pagine social. “Divide non solo per Regioni ma anche per Province. Immaginatevi quanti distinguo, inoltre è basato sull’Rt e 21 indicatori, difficilissimi da decifrare. Io avrei scelto un sistema più semplice e uniforme – ha concluso -. Io non sono così certo che questa classificazione vista in maniera dinamica, in ottica di tendenza garantisca una decisione equa”. 

CALABRIA ‘Impugneremo la nuova ordinanza del Ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale“. Lo afferma il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, che annuncia un ricorso contro il provvedimento firmato dal ministro della Salute. “Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti – aggiunge Spirlì – non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di “chiudere” una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta”.

CAMPANIA – “Gli ospedali a Napoli, ed in Campania, sono al collasso. Ambulanze utilizzate come letti di reparto, macchine in fila fuori gli ospedali per attendere cure che non arrivano, persone che rischiano di morire perché non ricevono adeguata ed immediata assistenza, positivi sintomatici spesso abbandonati presso le proprie abitazioni”. Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. “Siccome la situazione è drammatica presso le strutture sanitarie, delle due l’una: o la Regione Campania non fornisce dati reali ed attuali al Ministero della salute, oppure la sanità in Campania è andata in tilt nonostante siamo al livello giallo, il più basso di rischio tra le Regioni in Italia. Siamo sconcertati e preoccupati. Abbiamo il diritto di capire e di ricevere dal Governo informazioni precise”. 

Le decisioni del Governo sulla divisione in zone epidemiologiche dell’Italia hanno creato problemi del tutto prevedibili. Rimango convinto della necessità di misure nazionali unitarie, anche più rigorose, per una azione più efficace di contrasto al Covid, a fronte di una diffusione sostanzialmente omogenea del contagio”. Così il governatore campano Vincenzo De Luca. “Per quello che ci riguarda, sarebbe fuori luogo ogni atteggiamento di autoconsolazione e di rilassamento. La situazione è pesante”. 

VALLE D’AOSTA -‘Le Regioni hanno chiesto di avere i fogli di calcolo utilizzati dal Cts, io l’ho ribadito anche ieri: è importante avere chiarezza sul perché siamo nella zona rossa, anche come elemento di chiarezza nei confronti dei cittadini’. Lo ha detto il presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta, Erik Lavevaz, intervenendo in Consiglio regionale. “I numeri sono belli perché non si prestano a interpretazioni”, ha aggiunto.

ALTO-ADIGE -“La valutazione del ministero alla salute si base sui dati del 25 ottobre. In Alto Adige purtroppo nel frattempo abbiamo registrato un massiccio aumento dei casi”. Il governatore Arno Kompatscher spiega così all’ANSA il fatto che secondo l’ultimo Dpcm l’Alto Adige è zona gialla, mentre secondo i provvedimenti locali la città di Bolzano e numerosi altri comuni focolai sono zona rossa. “Non serve a nulla rincorrere la pandemia, ma servono provvedimenti drastici e immediati per spezzare l’onda, per poi poter ripartire il prima possibile”.

ANCI – “Domani con l’entrata in vigore delle nuove restrizioni ci saranno delle limitazioni. In alcune regioni sono più spinte in altre meno. Nelle zone rosse non si potrà uscire di casa. Mentre in quelle arancioni sarà solo una raccomandazione, nelle zone rosse sarà come tornare al lockdown totale. Spero sia solo per qualche giorno.” Così Antonio Decaro, presidente ANCI e sindaco di Bari su Rai Radio1 all’interno di Radio anch’io. Rispondendo alla domanda se condivide la linea del governo, Decaro ha risposto: “Noi avevamo chiesto da maggio di individuare dei parametri in modo trasparente, in modo da renderci tutti responsabili. Noi lo abbiamo chiesto a maggio nel periodo delle riaperture. Volevamo indicatori certi per dare possibilità alle comunità e ai sindaci di capire e fare aggiustamenti”.

Fonte Ansa.it

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