La testimonianza dell’imprenditrice vale più di mille parole: «Alcuni clienti ci hanno chiesto “Avete aderito anche voi?”, altri ci dicono “Non ve lo mostro, i controlli sono a campione”, altri escono e dicono che compreranno le stesse cose su internet.
Ylenia Faucci, titolare della cartoleria Grafikart di viale Comaschi a Cascina alle prese come tutti con i nuovi obblighi relativi alla carta verde per l’accesso alle attività commerciali. «Dal 1 febbraio dobbiamo verificare il possesso del Green pass base a tutti coloro che entrano in negozio, ma questa regola è un boomerang per noi imprenditori. Alcuni clienti sono infastiditi, se la prendono ingiustamente con noi che applichiamo soltanto una regola imposta dal governo. Non entriamo nel merito se sia giusto o sbagliato, quel che è certo è la reazione esagerata e a volte pretestuosamente polemica».
“Tutto questo è mortificante, siamo trattati come controllori, quando invece l’ultima cosa che vorremmo fare è creare un disagio ai nostri clienti. Non capiscono che non si tratta di aderire o meno. È una regola e come tale dobbiamo rispettarla per la sicurezza di tutti.
Oltre al disagio, Faucci ha dovuto fare i conti con un immediato calo delle presenze in negozio. «In pochi giorni abbiamo notato subito un’affluenza minore, e non è possibile che da due anni ad oggi tutte le responsabilità siano a carico dei commercianti, stretti tra il fastidio dei clienti, la paura delle sanzioni e i cali di fatturato”.
“Ci siamo turati il naso accettando anche l’introduzione del Green pass pur di non ritrovarci in un nuovo lockdown e continuare a lavorare, ma ancora una volta sono imprese e attività commerciali a pagare per l’aumento dei contagi» afferma il presidente di Confcommercio Cascina Marcello Mosca. «Con grande senso di responsabilità e sacrificio noi imprenditori ci siamo adeguati a ogni regola, ma non possiamo in alcun modo sostituirci agli organi di controllo e adesso rischiamo di assistere a un ulteriore spopolamento, in alcuni casi già in atto, dei nostri negozi e dei nostri locali, ancora a vantaggio della grande distribuzione e delle vendite on-line” conclude.