…ma noi vogliamo, in apertura di giornata, rasserenare un poco il clima. Abbiamo incontrato il border collie Ragù, cane-eroe dei Vigili del fuoco ormai in pensione che, come i suoi colleghi di Genova, ha salvato molte vite
Giocando un po’ con la fantasia (ma forse no) abbiamo intervistato Ragù, un cane impegnato per anni nelle azioni di salvataggio dopo i terremoti o altre calamità naturali.
Siamo andati a trovare Ragù a Seggiano, un paese alle pendici del Monte Amiata in provincia di Grosseto. Ragù è un border collie di 15 anni che vive col suo padrone, un vigile del fuoco in pensione. Anche Ragù è un pensionato, 15 anni sono tantissimi per un cane e, soprattutto, per un animale che ha fatto una vita intensa come la sua. Ragù era un esponente di punta dell’unità cinofila dei Vigili del fuoco, specializzato nella ricerca delle persone sepolte sotto le macerie.
Ragù si è distinto in operazioni di recupero a seguito di terremoti, alluvioni, incendi, crolli e altre calamità. Ha salvato la vita a un numero imprecisato di uomini, rischiando la sua per farlo, in più occasioni.
E’ la prima volta che un cane rilascia un’intervista, Ragù, poi, è un tipo riservato che non ha mai amato apparire. Per convincerlo c’è voluta una forte opera di convincimento, unita alla sua voglia di parlare dei colleghi e un cartoccio di carne macinata fresca, portato come premio.
Ragù ci accoglie col suo padrone Osvaldo nel giardino della casa in campagna dove i due si sono ritirati da un paio d’anni.
Buongiorno Ragù, i tragici fatti di Genova, riportano alla ribalta il vostro indispensabile ruolo.
“Buongiorno a voi e a tutti i lettori del Corrierequotidiano – risponde il border collie – ho visto, purtroppo, i miei amici e colleghi in azione con i loro istruttori nel disastro di Genova. Vorrei essere lì con loro per dare il mio contributo, ma l’età ed una zampa malconcia mi consigliano di passare le mie giornate tra la campagna, un cuscino ed un vecchio divano”.
Tu, hai vissuto tanti momenti come questi. Cosa si prova prima di partire per una missione?
“Col tuo padrone-istruttore si crea un rapporto unico, così quando lui ti dice: dai, andiamo, capisci subito che è per un motivo serio, non certo per una passeggiata o un normale addestramento. Quando sali sul furgone, t’inizi a preparare mentalmente e ti concentri su quello che ti aspetta.”
Come hai iniziato il tuo lavoro?
“Ero un cucciolo di border collie, avevo solo voglia di correre e giocare. I Vigili del fuoco stavano organizzando delle selezioni per ringiovanire la loro unità cinofila. Il mio allevatore mi segnalò insieme ad altri due fratellini della mia cucciolata: Wolfgang e Klaus. Nomi altisonanti, ma anch’io mi chiamavo in un modo diverso.”
Come?
“Alexander. Poi ti spiegherò perché me lo cambiarono in Ragù. Si partecipò a questa selezione, c’erano cani provenienti da varie regioni. Eravamo un centinaio e ne avrebbero presi solo 10. Io e Wolfgang fummo selezionati. Da quel giorno lasciammo l’allevamento per entrare nel corpo dei Vigili del Fuoco. Osvaldo era il nostro addestratore ed anche il nostro padrone. All’inizio fu dura ma poi capii l’importanza del lavoro: salvare un essere umano, soprattutto un bambino, è una soddisfazione impagabile.”
Come mai ti chiamarono Ragù?
“Durante l’addestramento, il tuo educatore ti premia se fai bene un esercizio. A me più che le crocchette piaceva il ragù della moglie di Osvaldo. Un bel ragù alla maremmana, fatto rigorosamente con la pancetta. Vista la mia passione, mi cambiarono nome. La stessa cosa capitò a Wolfgang che diventò Tortello dopo aver rubato dei tortelli, anche questi alla maremmana, da un pranzo al sacco di Osvaldo.”
Wolfgang-Tortello che fa ora?
“E’ morto durante una missione. Era ancora giovane, solo sei anni. Nei soccorsi dopo un terremoto, finì sotto una trave dopo una scossa di assestamento. Era molto più bravo di me, io sono stato solo più fortunato.”
Non fare il modesto…
“La vita è fortuna. Quella dei cani è solo fortuna. E’ il padrone che sceglie te, non il contrario. Voi uomini siete più fortunati.”
Ragù, se tu avessi potuto scegliere?
“Avrei scelto quello che ho fatto, per questo sono stato fortunato. Avrei voluto fare il Vigile del fuoco e avrei voluto Osvaldo come padrone.“
Vuoi dire qualcosa ai nostri lettori?
“Vorrei dire che non bisogna ricordarsi del nostro operato solo a causa di una tragedia. Il nostro lavoro dura tutto l’anno con l’addestramento e gli allenamenti continui. Vorrei dire qualcosa anche a quei signori che all’entrata di un negozio espongono quei cartelli con su scritto: io non posso entrare. Se il loro immobile crollasse, colpito da una forte scossa di terremoto e loro si trovassero all’improvviso sotto le macerie, esporrebbero ugualmente quel cartello?”