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La vera discriminazione: sostituire il pecorino con il parmigiano in una ricetta romanesca

Due ragazzi a cena alla locanda “Rigatoni” a Roma trovano la scritta “frocio” sullo scontrino. Apriti cielo: discriminazione gravissima (ma a nostro avviso scrivere “gay” è più offensivo), inviti a boicottare il locale, al ritiro della licenza ecc.

Premessa: ci inchiniamo a tutto il lessico “politicamente corretto” sulle discriminazioni sessuali, soprattutto per non essere additati al pubblico ludibrio. Ma i due ragazzi, che evidentemente ritengono la parola “frocio” un’offesa gravissima, non capiscono niente né della tradizione romanesca, né di cucina. Dire “frocio” a Roma non è mai stato offensivo né discriminatorio: lo si dice comunemente degli avversari sportivi, del vicino di casa molesto, di chi va troppo piano in macchina…E’ sempre esistita ai Parioli un’eccellente gelateria che tutti chiamavano “dai tre froci”, e nessuno s’è mai offeso, tanto meno i gelatai dai quali c’era sempre la fila.

Molto più offensivo e discriminante, a nostro avviso, è il termine “gay”, che incasella subito l’individuo in una categoria, impedendo la libertà suprema: quella di essere quel che si è senza rinchiudersi in un ghetto sociale, sia pure tutelato e protetto da norme. La quintessenza, insomma, di quella che Pier Paolo Pasolini chiamava la “finta tolleranza”, imposta a suon di pseudo-diritti e di retorica egualitaria, e fintamente accettata da tutti. Questa necessità di riconoscimento sociale, compresi i matrimoni con banchetto, decine di invitati, mamme nonne e zie commosse, ci sfugge completamente, a parte il riconoscimento sacrosanto di diritti fondamentali della persona sanciti dalle unioni civili. Detto ciò, spezziamo una lancia per il cameriere o per il cuoco che avrebbero scritto sullo scontrino “No pecorino, sì frocio”: la cucina tipica non si tocca. “Carbonara vegana” o “matriciana vegetariana” gridano vendetta al cospetto del dio del gusto. Sostituire a Roma il pecorino con il parmigiano merita ben altri insulti che l’innocuo “frocio”.

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