avvocatoinprimafila il metodo apf

Lavoro: nel Nord Italia l’occupazione cresce

Veneto, Trentino ed Emilia Romagna hanno incrementato l’occupazione nel primo semestre del 2018. La recessione non è ancora alle spalle ma gli indicatori sono positivi. I tassi di disoccupazione sono tra i più bassi a livello nazionale

EMILIA ROMAGNA – Aumenta ancora il numero degli occupati in Emilia-Romagna. Nel secondo trimestre 2018, superano per la prima volta la soglia di 2 milioni, con una crescita di 44.500 nuovi posti di lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (+2,2%) e di quasi 110mila sul secondo trimestre 2015, per un +5,7% negli ultimi tre anni. Il tasso di occupazione 15-64 anni arriva così al 70,5% (+1,4%), il dato in assoluto più elevato tra le regioni italiane, e va oltre quello precrisi del medesimo trimestre 2008, quando arrivò al 70,4%. Sono i numeri sul mercato del lavoro in Emilia-Romagna nel secondo trimestre dell’anno sulla base dei dati Istat comunicati oggi. Continua a calare anche la disoccupazione, arrivata al 5,9% su base tendenziale, rispetto cioè al secondo trimestre 2017, quando era al 6%. Decisa crescita anche per la partecipazione al mercato del lavoro, il cui tasso nel trimestre ha raggiunto il 75% (+1,4%), pure in questo caso il più alto nel Paese.
Nella media degli ultimi quattro trimestri (tra luglio 2017 e giugno 2018), il tasso di occupazione è stimato al 69%, il tasso di attività al 73,8% e il tasso di disoccupazione al 6,4%, tutti in miglioramento rispetto ai valori annui 2017.

 

VENETO – Il Veneto si conferma una delle regioni con i più bassi livelli di disoccupazione d’Italia e una tasso di occupazione costante, attorno al 67 %. È quanto emerge dai dati Istat e Veneto Lavoro relativi al secondo trimestre dell’anno. Il tasso di occupazione regionale ha raggiunto il 67,2% , il livello più alto mai registrato in regione dall’inizio delle rilevazioni,  a fronte di una media nazionale del 59,1%. Il tasso di disoccupazione è tornato a scendere sotto il 6%, attestandosi sugli stessi livelli del 2017 (5,9%), ben al di sotto della media italiana. Meglio del Veneto fa solo il Trentino Alto Adige, con le province autonome di Trento e Bolzano.I dati della Bussola a cura dell’Osservatorio di Veneto Lavoro consentono di analizzare più nel dettaglio l’andamento del mercato del lavoro regionale. Le posizioni di lavoro dipendente sono cresciute di circa 32.600 unità, grazie soprattutto al numero di assunzioni, che nel secondo trimestre 2018 hanno raggiunto quota 240.700 (+2,6% rispetto al 2017). In aumento anche le cessazioni (208.100), come logica conseguenza della naturale scadenza di molti dei contratti a tempo determinato stipulati lo scorso anno. Cresce l’occupazione stabile, anche per effetto degli incentivi per l’assunzione a tempo indeterminato di giovani under 35 introdotti dalla legge di stabilità 2018 e prorogati fino al 2020 dal Decreto dignità. Rispetto allo scorso anno le assunzioni sono aumentate dell’8% e le trasformazioni del 53%, per un saldo trimestrale di +1.800 posizioni di lavoro a tempo indeterminato. Positiva, ma in rallentamento, anche la dinamica dei contratti a tempo determinato, che registrano un saldo di +23.700 posizioni lavorative, rispetto alle +35.000 del secondo trimestre 2017.

 TRENTINO – L’Istat ha diffuso i dati sull’occupazione e sulla disoccupazione relativi al 2° trimestre 2018 (da aprile a giugno 2018).
I dati presentano una situazione tendenziale del mercato del lavoro stabile sul fronte dell’occupazione e in miglioramento per quanto riguarda la disoccupazione: gli occupati risultano agli stessi livelli del 2° trimestre 2017 mentre si rileva, nello stesso periodo, una contrazione del numero dei disoccupati (circa 1.500 unità), con significative differenze dell’andamento per genere.

Le forze di lavoro sono pari a 249mila unità, ad un livello simile (-0,6%) a quello registrato nel 2° trimestre del 2017. Questo risultato deriva da una variazione positiva degli uomini dell’ordine dello 0,9% e da un decremento delle donne del 2,3%

Gli occupati restano stabili a 236mila unità, con un contributo positivo degli uomini (+2,8%) ed una riduzione delle donne di entità simile (-3,2%). In termini assoluti gli uomini occupati sono pari a 132mila unità e le donne a 104mila unità. Sono i settori dell’agricoltura (16,1%) e degli altri servizi (6,8%) a rilevare gli aumenti più importanti di occupazione. L’industria cresce nel complesso dello 0,2% mentre i servizi calano dello 0,8%, per effetto di una riduzione degli occupati nel settore del commercio, alberghi e ristoranti del 17,9%, legata anche all’avvio lento dell’ultima stagione turistica.

I disoccupati sono pari a 12,4mila, con un calo evidente e pari a circa 1.500 unità, risultato di una riduzione molto marcata della disoccupazione maschile (circa 2.300 unità).

I dati del 2° trimestre 2018 mostrano un incremento degli inattivi pari al 2,2% e, coerentemente con l’andamento dell’occupazione e della disoccupazione, tale valore è la risultante di un calo della componente maschile (-3,4%) e di un incremento di quella femminile (5,9%).

 

 

Exit mobile version