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LAVORO: UECOOP, WELFARE TRAINA OCCUPAZIONE IN 59% IMPRESE

In 8 realtà sociali su 10 organici invariati o potenziati nel 2018. Le cooperative sociali hanno aumentato il personale del 28% nell’ultimo anno. Possiamo parlare di “eterogenesi dei fini”, cioè la crisi del lavoro produce lavoro

Il welfare e l’assistenza ad anziani, disabili, donne e bambini in difficoltà traina il lavoro nel 2018 con 6 cooperative sociali su 10 (59%) che dichiarano di aver aumentato gli occupati di oltre il 28% nell’ultimo anno. E’ quanto emerge da una rilevazione dell’Unione europea delle cooperative fra le realtà associate su tutto il territorio italiano, dal Piemonte alla Sicilia, dalla Puglia al Friuli Venezia Giulia, dalla Lombardia al Lazio, in occasione del Consiglio nazionale di Uecoop riunito a Roma con il Presidente Gherardo Colombo durante il quale si è fatto il punto sulle misure in discussione nella manovra di bilancio del Governo anche in relazione agli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro che registrano un calo dell’occupazione (-0,2%) nel terzo trimestre 2018 con una diminuzione di 52mila addetti rispetto al trimestre precedente.

 

Secondo l’analisi dell’Unione europea delle cooperative il settore che nel 2018 sta tenendo meglio rispetto alla frenata degli occupati quello sociale con appena il 16% delle realtà associate che ha dichiarato di avere diminuito gli addetti a fronte di un 84% che ha invece affermato di averli aumentati o di aver continuato a lavorare con gli stessi dipendenti di prima. Un trend legato alla spesa sociale dei comuni italiani che seppur in diminuzione si attesta sempre su una media di 141 euro per abitante durante l’anno. Il record di investimenti spetta ai comuni del Friuli Venezia Giulia con 346 euro, seguiti dalla Sardegna con 309 e dalle provincie di Bolzano con 275 e Trento con 218 euro.

 

Tenuto conto che il mondo cooperativo socio sanitario segue già 7 milioni di italiani grazie al lavoro di oltre 355mila addetti – afferma Uecoop – la sfida del futuro è quella di potenziare l’assistenza creando un sistema che integri risorse pubbliche e private, formando personale altamente professionalizzato in grado di rispondere al meglio alle richieste del mercato del lavoro e – sottolinea Uecoop – rilanciando così anche l’occupazione sia nella fascia giovane che in quella degli “anta” che magari ha bisogno di essere ricollocata a seguito di crisi aziendali.

 

“Il tutto all’interno di un sistema di regole e controlli che garantiscano legalità e diritti dei lavoratori in un’evoluzione virtuosa e sostenibile dell’economia e dell’occupazione” sottolinea il Presidente di Uecoop Gherardo Colombo e aggiunge: “Uecoop punta sui valori che contraddistinguono un modello di vera cooperazione in grado di dare un contributo reale alla soluzione dei problemi del Paese: dal lavoro ai migranti, dallo sviluppo economico al welfare. Per un sistema opposto a quello che guarda alla cooperazione come a uno strumento per risparmiare sul costo del lavoro e sulla qualità dei servizi o come a un modo per sfruttare il business delle migrazioni”. 

Il mondo delle cooperative in Italia – spiega Uecoop – offre lavoro a più di 1,28 milioni di persone in quasi ogni settore produttivo: dalla logistica alla gestione dei rifiuti, dall’agricoltura all’abbigliamento, dall’informatica all’edilizia, dai trasporti alla vigilanza, dal turismo alle ricerche di mercato. Nel settore dei servizi 1 cooperative su 5 dichiara di aver aumentato il personale nel 2018 mentre il 69% ha tutelato i livelli occupazionali di inizio anno e solo 1 su 10 ha ammesso di aver ridotto di 1/3 gli organici. Nel settore agricolo – spiega Uecoop – sono il 3% ha diminuito il personale mentre 6 cooperative su 10 hanno difeso i livelli occupazionali e il 38% li ha addirittura aumentati.

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