Un’inchiesta sulle condizioni di lavoro dei moderatori di Facebook solleva preoccupazioni sulle conseguenze psicologiche derivanti dall’essere costantemente esposti a contenuti violenti. Responsabili di ciò che viene pubblicato sul social network, alcuni dipendenti di Cognizant – società basata in Arizona che lavora per Facebook -, hanno parlato sotto garanzia di anonimato con The Verge, descrivendo i problemi psicologici derivanti dal costante bombardamento di commenti di odio e immagini e video violenti (alcuni dei quali riguardano omicidi reali).
I lavoratori si sono anche lamentati dei turni sfiancanti che sono costretti a sostenere, a fronte di paghe di “appena 28.800 dollari l’anno” (circa 25.360 euro). Diversi dipendenti hanno riportato di aver sofferto cedimenti psicologici, manifestando i sintomi dello stress post-traumatico (Dpts), descrivendo crolli improvvisi e attacchi di panico.
Costantemente esposti a immagini violente, i moderatori hanno il compito di intercettare e rimuovere i contenuti inappropriati dalla piattaforma. Tra questi anche commenti di odio e a sfondo razziale, fake news e tesi complottistiche, immagini violente o pornografiche e video che riprendono degli omicidi. In un episodio citato nell’inchiesta, una responsabile alla formazione di nuovi moderatori ha subito un crollo dopo aver mostrato un video nel quale un uomo viene ucciso a coltellate.
Secondo le fonti citate da The Verge, alcuni moderatori farebbero ricorso a droghe leggere e rapporti sessuali durante gli orari di lavoro, come meccanismo di reazione ai traumi ai quali sono sottoposti. Altri riferiscono di dipendenti responsabili della moderazione delle fake news che finirebbero per essere suggestionati dalle stesse o inclini alla radicalizzazione.
Ma già lo scorso settembre, un’ex dipendente di Facebook aveva denunciato l’azienda per essere stata “esposta a contenuti altamente tossici, insicuri e dannosi durante il suo impiego come moderatrice di contenuti”, nella sede centrale dell’azienda, in California. La causa risulta ancora in corso.
Altri due moderatori contattati da Business Insider hanno dichiarato di essere pagati con stipendi relativamente molto bassi (28 mila dollari l’anno e 34 mila dollari l’anno), ma non confermano di aver sentito storie riguardanti l’uso di droghe in ufficio. “Non ho dubbi che certi contenuti abbiano consumato alcune persone, specialmente quelle che lavorano principalmente con immagini e video o che si occupano di sfruttamento dei bambini”, ha dichiarato uno dei due.
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