AGF
Polizia
Non si sbilanciano gli investigatori sul movente dell’efferato omicidio avvenuto sabato sera alla Bovisasca, quartiere nord di Milano. Quello che è emerso è che ci sarebbe stata una lite, sfociata nell’accoltellamento di un uomo, durante una grigliata organizzata nella villetta di uno dei due colombiani fermati dalla polizia, fomentata dall’eccessivo uso di alcool.
I titolari del fascicolo – il pm Paolo Storari, in collaborazione con la sezione criminalità organizzata comune diretta da Laura Pedìo – tuttavia hanno lasciato intendere che i dissapori tra la vittima e i suoi carnefici risalirebbero a vecchie questioni personali avvenute in Colombia, che potrebbe essere anche il paese di origine dell’uomo non ancora identificato, prima sgozzato, poi fatto a pezzi – gli sono state tagliate con un’accetta testa gambe e piedi – e bruciato.
Si esclude tuttavia che il delitto sia maturato nell’ambito di pandillas sudamericane, le gang violente e organizzate presenti anche nel territorio italiano e con reti nella terra d’origine, o in quello del traffico di droga.
I due fermati al momento non sono stati sentiti dai pm e non hanno confessato l’accaduto. Dopo i loro interrogatori, sarà un ‘pollice’ a rivelare con certezza l’identità della vittima dell’efferato omicidio: è infatti questa l’unica parte del corpo rimasta integra e sufficiente per risalire ad un’impronta digitale, che però non ha trovato corrispondenza con alcun nome presente negli archivi delle segnalazioni di polizia italiana.
Non esiste – come precisato dagli stessi inquirenti – una banca dati mondiale delle impronte digitali: l’auspicio è di incrociare i dati con informazioni provenienti dall’estero e quindi risalire all’identità certa, per confermare le ipotesi su cui stanno lavorando. Al momento solo alcuni testimoni presenti alla grigliata sono stati sentiti, ma le indicazioni che hanno fornito non sarebbero sufficenti a risalire all’identità della vittima.
Nella villetta teatro del delitto è stato trovato il carrellino utilizzato per trasportare la valigia, sporco di sangue, e l’accetta usata per fare a pezzi il cadavere.
Uno dei fermati ha 32 anni, l’altro 21. Contro il primo è stata formulata l’accusa di omicidio aggravato dalla crudeltà, contro il secondo quella di occultamento, vilipendo e soppressione di cadavere. E’ del più anziano però la villetta nella quale è stato commesso l’omicidio, non lontano dal luogo dove poi i resti carbonizzati sono stati trovati.
Nell’abitazione era stata organizzata una festa, quindi la lite acuita dall’uso di alcool, sfociata infine nel terribile gesto. Solo alcuni dei presenti però hanno assistito all’efferata scena, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, e in base alle loro testimonianze è stato possibile in meno di 24 ore risalire all’autore dell’assassinio.
Fondamentale anche la testimonianza raccolta la notte stessa di un vicino di casa che avrebbe sentito le urla e poi visto delle persone pulire al di fuori della villetta. Il 32enne, che ha precedenti per furto, è stato fermato per le strade del quartiere nel pomeriggio di ieri; si trova in Italia da molti anni con un regolare permesso. Il più giovane invece su era in Italia da poco con un visto turistico.
E’ stato fermato a Malpensa: aveva un biglietto per Madrid e aveva passato i controlli. Quando gli agenti di polizia lo hanno preso era pronto per imbarcarsi sul volo che “sarebbe partito nel giro di 5 o 6 minuti”. Il decollo è stato rinviato per scaricare il suo bagaglio dalla stiva.
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