I Benetton, padroni di Autostrade (ok, gestori, il pedaggio comunque va in tasca a loro) di fronte a 40 morti si sfregano le mani perché in caso di revoca della concessione incasserebbero altri venti miliardi, senza nemmeno dover fare manutenzione…
…il ministro catto-comunista (nove figli e messa tutte le domeniche, forse anche il sabato) delle infrastrutture, che “desecretò”, con grancassa mediatica, il contratto, si guardò bene dal rendere pubbliche le clausole principali che riguardano sicurezza, penali e manutenzione. L’opposizioncella ancora nelle salde mani del pallone gonfiato di Rignano -specialista in aerbus con 300 posti, forse per portare in gita la metà della Camera dei deputati che pensava di far eleggere tra i suoi cari- farfuglia e nega di aver avuto finanziamenti elettorali dai magliai veneti di fiducia. A La7 giurano di non aver mai preso un soldo dagli stradini negligenti di Ponzano Veneto (certo, il loro padrone possiede il Corriere della Sera, che non nomina mai gli Altissimi, Innominabili appunto come Jahvè nella Genesi e nel Talmud, ma che vuol dire). Ai due raccomandati per natura e parentele che conducono l’approfondimento di prima serata si potrebbe chiedere: ma se dei Benetton non ve ne frega niente perché non sono vostri sponsor, per qual motivo li difendete così strenuamente? Perché cercate il pelo nell’uovo sulle concessioni, sulle penali, sulle velleità del governo che sottolineate con ammiccamenti da varietà e boccucce storte e occhiucci sgranati -premiato duo Pelese &Tarenzo (Teatro Cairo), tristo spettacolo serale che ci ammorba l’estate-, anche voi di fronte a 40 morti e centinaia di vittime e una città piegata, non vi vergognate? Dall’altra parte e a fronte di queste miserie c’è la realtà: ci sono imprenditori da rapina che minacciano interminabili saghe legali (che in Italia si sa come vanno a finire) e non hanno speso una parola per le vittime e fanno pagare il pedaggio alle ambulanze (ripetiamolo, qualcuno può non aver afferrato) e proferiscono minacce occulte e mettono in tasca 3 miliardi e mezzo l’anno, grazie alle concessioni miracolose dei governi-tecnici (Dio ce ne scampi, il Gros-Pietro presidente Iri che nel 2007 gli concesse Autostrade per la prima volta, e per l’eternità, poi divenne, chissà come mai, presidente della medesima Autostrade-onlus, un tecnico tutto d’un pezzo, un alter-Monti ideale) e dei governicchi degli 80 euro elettorali in cambio di invasione profughi. Con l’Unione europea che sta a guardare. In attesa, finite le ferie, di sguinzagliare agenzie di rating, spread, superbanchieri in grembiulino, Merkel, Macron&Brigitte&Benalla (uno che mena serve sempre) per azzannare quel poco di sano che resta dei monconi della nostra economia, la cui campata centrale, come il Ponte Morandi, hanno fatto crollare da un pezzo. Ma che Paese è?