Carabinieri
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Si sgretola, questa volta ad alti livelli, il muro dell’omertà di Cosa nostra. Particolare importanza, infatti, nel seguito oggi dell’operazione ‘Cupola 2.0’, della Dda di Palermo, con il fermo di sette persone, tra cui i due boss di Ciaculli e San Lorenzo, eseguiti dai carabinieri del Roni e del Comando provinciale, la recente collaborazione dei due capi mandamento Francesco Colletti e Filippo Bisconti.
I due hanno innanzitutto ammesso il loro ruolo ai vertici di Villabate e Belmonte Mezzagno; poi hanno confermato la riorganizzazione della commissione provinciale di Cosa nostra, specificando le dinamiche interne, fornendo importanti elementi a sostegno delle accuse nei confronti di Leandro Greco e Calogero Lo Piccolo, nipoti di Michele Greco e Salvatore Lo Piccolo; i due hanno anche detto di avere preso parte al summit che voleva ridare vigore alla ‘Cupola’ di Cosa nostra. L’importanza della loro collaborazione viene sottolineata alla procura diretta da Francesco Lo Voi.
L’operazione “Cupola 2.0” il 4 dicembre aveva aveva già assestato un colpo durissimo all’intero gotha della mafia di Palermo, pilastri della rinnovata commissione provinciale. Tra i 46 fermati di allora, il nuovo capo della ‘Cupola’, l’80enne gioielliere palermitano Settimo Mineo (capo mandamento di Pagliarelli), prescelto, quale più anziano tra i capi mandamento, e una parte dei componenti della commissione provinciale, Francesco Colletti (capo mandamento di Villabate), Filippo Bisconti (capo mandamento di Belmonte Mezzagno) e Gregorio Di Giovanni (capo mandamento di Porta Nuova).
Particolare importanza, nel seguito dell’operazione di oggi la collaborazione di due dei fermati di allora, Colletti e Bisconti che hanno innanzitutto ammesso il loro ruolo ai vertici di Villabate e Belmonte Mezzagno; poi hanno confermato la riorganizzazione della commissione provinciale di Cosa nostra, specificando le dinamiche interne, fornendo importanti elementi a sostegno delle accuse nei confronti di Leandro Greco e Calogero Lo Piccolo, nipoti di Michele Greco e Salvatore Lo Piccolo; i due hanno anche detto di avere preso parte al summit che voleva ridare vigore alla ‘Cupola’ di Cosa nostra, svoltosi il 29 maggio in un luogo segreto; la riunione ha ristabilito le vecchie regole di Cosa nostra, cristallizzate in una “Cosa scritta”; ha deciso in capo a chi far ricadere la capacità di interlocuzione fra mandamenti, per la discussione e risoluzione di interessi illeciti comuni, individuando dei portavoce, delegati e presentati ufficialmente dagli stessi capi mandamento.
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