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Maltempo, la silenziosa tragedia del bellunese. Zaia: “montagna non si trasformi in landa deserta”

Isolata, senza luce, riscaldamento, acqua, collegamenti stradali e telefonici: è emergenza totale nella provincia di Belluno, devastata anche nel patrimonio paesaggistico delle Dolomiti. L’appello alla solidarietà del presidente del Veneto Luca Zaia

Una tragedia silenziosa ha colpito la provincia di Belluno, in Veneto, e in particolare la zona del medio alto agordino. “Il quadro è devastante, sembra l’esito di un terremoto”, ha commentato il presidente della regione, Luca Zaia, al termine di un volo di ricognizione in elicottero effettuato sulle aree colpite dall’ondata di maltempo di questi ultimi giorni. Un’ondata anomala, specialmente nelle giornate del 29 e 30 ottobre, quando tutto il bellunese è stato sferzato da piogge torrenziali e venti fino 200 km/h (come un uragano di categoria 4), che hanno sfigurato il volto del territorio, rendendolo irriconoscibile. “I danni sono incalcolabili, molto superiori a quelli dell’alluvione del 1966”, spiega Andrea De Bernardin, sindaco di Rocca Pietore, comune tra i più colpiti i cui 1.200 abitanti da giorni sono completamente isolati dal mondo, senza luce, riscaldamento, acqua, collegamenti stradali e telefonici. Per questo il primo cittadino di questa piccola perla delle Dolomiti, che nel suo territorio ospita la frazione di Sottoguda, uno dei borghi più belli d’Italia, ha voluto percorrere 20 km per raggiungere la cella telefonica più vicina, a Cencenighe, e inviare con un audio messaggio un grido di aiuto diventato virale in queste ore. “Rocca Pietore è in ginocchio nella maniera più totale, la cosa che mi stupisce è che non ne parla nessuno a livello nazionale… sarà perché siamo isolati”, commenta amaramente il De Bernardin, mettendo di fronte agli occhi di tutti come senza smartphone e fotocamere, senza social, nel flusso della rete i paesi al buio semplicemente non esistano.

 

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