Gli immigrati seguiti dalle cooperative in Italia si rifiutano di svolgere i lavori di pubblica utilità, per due-tre ore la settimana. In compenso ci costano 220 euro al mese, più medicine, casa e ricoveri ospedalieri gratis. Alla faccia…..
Non si sono recati al lavoro. Ma ormai non è più una novità. Gli immigrati o profughi, ma anche rifugiati politici che scappano dall’Africa e attraversano il Mar Mediterraneo vessati dagli scafisti non ci sentono di svolgere i lavori di pubblica utilità (Lpu) nei Comuni italiani che li ospitano. Questi ragazzi provenienti soprattutto dal Centro e Nord Africa sono ospiti delle cooperative di servizi che incassano 35 euro al giorno pro-ospite. I rifugiati vivono in abitazioni a norma, con tanto di luce, gas, acqua calda, cucina e bagno. A loro viene inoltre dato un “pocket-money” di 220 al mese e in più, grazie al lavoro degli operatori, sono spesati di medicine, visite mediche ed eventuali ricoveri ospedalieri. Usufruiscono di corsi di lingua italiana gratuiti e dalle associazioni di volontariato si portano a casa spesso calzature e vestiti. Non è poi così razzista l’Italia come spesso viene dipinta! In pratica a questi “ospiti” viene chiesto attraverso accordi fatti tra le Cooperative ed i Comuni di lavorare per la pulizia dei parchi pubblici, dei cimiteri e di spazi di competenza comunale. A questi ragazzi, per la maggioranza molto giovani, viene chiesto di lavorare, udite udite, la bellezza di due/tre massimo cinque ore settimanali. Troppo. Gli ospiti di “Paga Pantalon”, “si sentono sfruttati” come hanno risposto l’anno scorso ad un sindaco di un Comune del Veneto orientale. Mentre in provincia di Brescia e nei Colli Euganei (Padova) dopo aver preso accordi con le Cooperative che li segue, se ne sono altamente fregati e non si sono presentati all’appuntamento con gli operatori del Comune. I responsabili delle Cooperative se ne sono ugualmente infischiati, come ormai accade in modo naturale. Tanto le Coop i soldi li beccano lo stesso. E come emerse durante un’intercettazione su Roma mafia capitale qualcuno disse: “I migrati so un bisiness”. Tradotto sono un affare. Sì, ma per le Cooperative, non per “Pantalon” che deve sempre pagare.