“Da oggi Noè è ufficialmente un nostro collaboratore. Dopo 3 anni di accendini e calzini sul nostro ingresso si è meritato un posto al coperto. Benvenuto”. Queste le parole con cui il locale “Bottega di pasticceria” accoglie il ragazzo senegalese
(Nazione)
Quando fuori imperversa la bufera la salvezza può avere le sembianze di in un posto accogliente e sicuro, che sia un’arca o un bar di lusso nel cuore di Firenze. Per il Noé della nostra storia la vita è cambiata pochi giorni fa quando è salito sull’arca chiamata ‘Bottega di pasticceria’. “Da oggi Noè è ufficialmente un nostro collaboratore. Dopo 3 anni di accendini e calzini sul nostro ingresso si è meritato un posto al coperto. Benvenuto”.
Con queste poche parole il locale ‘Bottega di pasticceria’ sul Lungarno Ferrucci di Firenze ha annunciato l’assunzione del ventinovenne senegalese Moussa Ndoye, per tutti «Noé». La storia è molto semplice, ma forse in un mondo complicato colpisce proprio per la sua natura. Moussa arriva in Italia tre anni fa, vive insieme a suo fratello a Pontedera e ogni mattina prende il treno per andare a Firenze e raccogliere qualche spicciolo dall’elemosina e dalla vendita di calzini, accendini e fazzoletti.
A gennaio 2016 il suo destino si incrocia con quello del nuovo locale aperto sul Lungarno Ferrucci. “Venne qui e disse al titolare che questa era la pasticceria più bella che avesse mai visto – racconta Federica Giuliano dipendente della Bottega – così si è guadagnato la simpatia del principale”.
Da quel giorno iniziano due anni di convivenza. “Dal giorno successivo alla nostra apertura Moussa è stato qui – dice Simone Bartolini, lo chef stellato titolare del locale – è sempre stato uno di noi, è parte integrante di questo posto e appena ha avuto i documenti necessari per poter lavorare è entrato a far parte dell’organico. Un ragazzo per bene, leale, che si è fatto apprezzare dai clienti per la sua gentilezza. I colleghi? Lo hanno adottato”. Da poco meno di una settimana Noè lavora come tutto fare in pasticceria e il lavoro si intensificherà con la prossima apertura di via Masaccio dal primo gennaio.
“La sua patente senegalese è valida soltanto per un anno – continua il titolare – per questo sta prendendo lezioni di scuola guida tre volte a settimana, si occuperà del rifornimento dei due locali”. Una storia di tenacia e di gentilezza che sembra stonare nell’epoca del “tutto e subito” e dell’arroganza.
“Sono felice di questo lavoro – ci dice al telefono Moussa – mi piace e mi vogliono tutti bene. Ho sempre cercato di essere gentile con i clienti, di parlare con loro. A Pontedera? Mi sono sempre trovato bene”