(ANSA) – TRIESTE, 08 GEN – “Denunciare pubblicamente le
sanguinarie politiche europee in merito alla protezione dei
confini”. È la ragione per la quale quasi un centinaio di
attivisti si sono ritrovati questa sera davanti al Consolato
croato di piazza Goldoni, come spiegato nel volantino firmato
dagli organizzatori, ovvero l’Assemblea No CPR No Frontiere FVG
assieme alle organizzazioni Linea d’Ombra odv e Strada Si.Cura.
La manifestazione si è svolta davanti al Consolato della
Croazia, primo Stato in area Schengen per chi arriva attraverso
la ‘rotta balcanica’, oltre il cui confine con l’Erzegovina si
trovava il campo profugo di Lipa, recentemente dato alle fiamme.
E’ in quest’area che solitamente si ammassano i migranti che
tentano di varcare il confine.
Sempre secondo quanto sostenuto dagli attivisti, la crisi
umanitaria lungo la rotta balcanica “è una situazione di
violenza sistemica, oltre al freddo intollerabile di questi
giorni al confine bosniaco”. Secondo i manifestanti, alle
difficili condizioni di vita nei grandi campi bosniaci si
associano “le violenze sistematiche della polizia croata, la
catena dei respingimenti che arriva fino a Trieste, il razzismo
fuori e dentro i confini dell’Unione Europea”.
Ricordano inoltre che “tra gennaio e metà novembre 2020, la
polizia di frontiera di Trieste e Gorizia ha ‘riammesso’ in
Slovenia 1.240 persone”, registrando un aumento pari al 420%
rispetto al 2019. (ANSA).
Fonte Ansa.it