(ANSA) – SAN FERDINANDO, 26 GEN – “Verrà smantellata la
tendopoli per migranti di San Ferdinando”. Lo ha detto all’ANSA
il Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, dopo avere
concluso un giro di consultazioni con la Regione ed i Comuni di
San Ferdinando e di Gioia Tauro e sentite le organizzazioni che
si occupano di assistenza ai migranti. “Aspettiamo – aggiunge
Mariani – che la Regione metta a disposizione i fondi per varare
un progetto di accoglienza e di residenza basato sull’utilizzo
di alcuni beni confiscati. L’idea di fondo resta quella di
offrire strutture di residenza che garantiscano la giusta
dignità ai migranti. Strutture edili da ripristinare e
trasformare in foresterie, con la disponibilità dei servizi
essenziali.”.
La situazione nella tendopoli, intanto, si fa sempre più
esplosiva e pericolosa. Nella struttura, in cui sono state
realizzate abusivamente anche alcune baracche in legno, vivono
attualmente, secondo stime della Polizia, 350 migranti africani
rispetto a una capienza massima fissata in 300 persone. La quasi
totalità dei migranti sono impegnati in lavori agricoli, mentre
altri sono impegnati in attività di fortuna.
Il prefetto Mariani, nel frattempo, si è impegnato per garantire
nella tendopoli un presidio permanente di forze dell’ordine e
dei vigili del fuoco, grazie all’intervento dei quali é stato
possibile evitare che i numerosi incendi scoppiati negli ultimi
tempi nella struttura si trasformassero in tragedia.
Mariani ha anche reso noto che “è in corso una campagna di
screening specifica sui migranti nell’ambito della quale sono
stati già vaccinati quasi tutti coloro che vivono nella
tendopoli di San Ferdinando ed in altre località della Piana di
Gioia Tauro”.
Il presidente Roberto Occhiuto, da parte sua, ha garantito che “la Regione Calabria é pronta a fare la sua parte” perché la
tendopoli venga rimossa, aggiungendo che “ha fatto bene il
prefetto Mariani ad annunciare l’imminente smantellamento della
struttura. Non è accettabile – ha aggiunto Occhiuto – che nel
2022 possa ancora esistere un luogo nel quale non viene
assicurata la legalità, la dignità dell’individuo e la
possibilità di una normale convivenza civile”. (ANSA).
Fonte Ansa.it