(ANSA) – CAGLIARI, 06 LUG – Oltre mille reperti archeologici
di epoche che vanno dal Neolitico all’Alto Medioevo sono stati
sequestrati dagli agenti del Nucleo investigativo del Corpo
forestale e della Stazione forestale di Dolianova nelle
abitazioni di due ‘tombaroli’, un 69enne e un 74enne, sorpresi
in località Isca Bardella, nelle campagne di Dolianova (Sud
Sardegna) mentre sondavano il terreno con un potente metal
detector.
I due, residenti rispettivamente a Soleminis e Dolianova, sono
stati denunciati per scavo archeologico clandestino,
impossessamento e detenzione illegale di reperti archeologici
(di proprietà dello Stato), ricettazione e riciclaggio.
L’operazione, denominata “Thesaurus”, è scattata nei giorni
scorsi. Gli agenti della Forestale si sono appostati in zona e
hanno sorpreso i due pensionati mentre effettuavano piccoli
scavi. Perquisendoli hanno trovato frammenti di bronzetti delle
dimensioni di alcuni centimetri e alcune lamine in piombo. Hanno
esteso l’ispezione alle loro abitazioni trovando dei piccoli ‘musei’ clandestini. Tra i mille reperti, considerati di
straordinario valore storico e scientifico c’erano anche due
navicelle nuragiche in bronzo; una collana in osso con vaghi a
disco e a botticella di epoca neolitica-eneolitica (VI-III
millennio a.C.); un busto di guerriero nuragico in bronzo,
armato di pugnale; una figurina umana in bronzo; 550 monete e
una decina di anelli di epoca storica, tra i quali spicca un
anello in oro a forma di serpente.
Tutto il materiale è stato sequestrato a consegnato alla
Soprintendenza. Secondo gli investigatori i tesori dei tombaroli
sarebbero stati venduti nel mercato clandestino dei reperti
archeologici. (ANSA).
Fonte Ansa.it