Pubblicato il: 11/11/2019 15:42
Riciclo e innovazione per creare economia circolare anche nel settore della moda. Ed è così che le cravatte del giovane imprenditore Tiziano Talarico, diventano green. L’attenzione si pone, non solo nell’utilizzo di tessuti pregiati naturali come seta e lana, impiegati per la creazione delle celebri cravatte conosciute in tutte il mondo, ma soprattutto, nella diminuzione degli scarti sia in fase produttiva che nella vendita dando anche la possibilità di ‘rottamare’ le vecchie cravatte.
“Entrando nel laboratorio, ho visto un enorme quantità di sfrido di tessuti derivanti dalla produzione delle cravatte e ho constatato, così, che tutto quel materiale, se pur con i dovuti accorgimenti, produce rifiuti. Da qui è nata l’idea di trasformare lo sfrido in oggetti utili: pochette, porta occhiali o altri accessori da omaggiare a tutti i nostri clienti che acquistino una cravatta” afferma l’imprenditore.
Un decluttering creativo e sostenibile che punta a ridurre e ad azzerare i rifiuti, come i due progetti messi in cantiere dalla maison. Il primo, spiega Talarico, è “testare presso l’ Istituto Tessile di Como, una tipologia di finissaggio che renderebbe le cravatte antimacchia. In realtà l’abbiamo già testata con condimenti e macchie di caffè che sono le più ricorrenti, quindi novità del 2020 sarà avere cravatte perfette, mai più macchie”.
Il secondo progetto, sarà la ‘rottamazione delle cravatte’ cioè “ritireremo all’ atto di acquisto di una nuova cravatta, nel nostro showroom, una ‘vecchia’ cravatta anche macchiata o usurata, o semplicemente non gradita nei colori, e la valuteremo 30 euro”. Niente diventerà rifiuto grazie all’accordo che a breve sarà sottoscritto tra Talarico ed un consorzio, al quale saranno consegnate tutte le cravatte ritirate sul mercato, a fronte di un pagamento da parte del consorzio di una somma per ogni singola cravatta rottamata, ed i soldi derivanti, saranno utilizzati per piantare alberi nelle aree metropolitane.
“Un albero in città, un albero in età matura, da solo, produce ogni anno 110 chili di ossigeno; e assorbe centinaia di grammi di quel veleno invisibile prodotto dal traffico delle auto che entra ogni giorno nonostante tutto ci danneggia. Un albero in città filtra ed assorbe ogni anno circa 400 chili di anidride carbonica. Quella Co2 che è per il 75% prodotta dalle città del mondo e che è alle origini del riscaldamento del pianeta e dei cambiamenti nel clima” afferma Talarico.
Con i soldi raccolti, continua l’imprenditore, insieme ad associazioni ambientaliste, “proporremo al comune di Roma di individuare delle zone per il ripopolamento di alberi iniziando dalle periferie”. Un progetto importante che vedrà anche un percorso di sensibilizzazione rivolto soprattutto ai bambini. “Coinvolgerò i bambini delle scuole elementari e medie che pianteranno con le loro mani gli alberi ed apporranno su di essi, una targhetta, con il nome di ognuno; sarà cosi, che ogni albero, avrà il suo nome” conclude Tiziano Talarico.
Adnkronos.