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Morta Montecassiano: Rosina strangolata tra le 17 e le 19.30

(ANSA) – ANCONA, 14 GEN – Venne strangolata, con ogni
probabilità con una pressione esercitata sul collo a mani nude,
Rosina Carsetti, 78enne trovata senza vita nel cucinino di casa
la sera della vigilia di Natale nella villetta di via Pertini a
Montecassiano (Macerata). Lo rivela, confermando le precedenti
anticipazioni, la relazione preliminare del medico legale
depositata da Roberto Scendoni alla Procura di Macerata.
    Sull’ora della morte, il lasso di tempo indicato dagli esami
autoptici, riferisce il procuratore Giovanni Giorgio, è quello
compreso tra le 17 e le 19.30: compatibile con l’ipotesi di
omicidio (se tra le 17 e le 18) o con la rapina (verso le
19-19.30).
    Indagati per concorso in omicidio volontario, favoreggiamento,
simulazione di reato, tre familiari della vittima che, il 19
dicembre, si era recata in un centro antiviolenza prospettando
presunti soprusi in casa.
    Gli indagati – il marito della 78enne, Enrico Orazi, la
figlia Arianna Orazi e il figlio 20enne di quest’ultima, Enea –
hanno parlato di una rapina commessa quella sera da un
malvivente solitario, con volto coperto e calzari, che avrebbe
chiuso in un bagno Enrico Orazi, schiaffeggiato e legato per i
polsi Arianna e poi avrebbe soffocato Rosina, scappando con
circa 2 mila euro. I due sarebbero stati poi liberati da Enea
tornato dal supermercato.
    Tale ricostruzione non convince gli investigatori: i
carabinieri proseguono le indagini anche scientifiche sui
luoghi; in corso anche verifiche sui dispositivi informatici,
con l’ausilio di un consulente, in uso alla famiglia. La difesa
– gli avv. Andrea Netti e Valentina Romagnoli – ribadisce la
tesi della rapina, rileva la presenza di segni di effrazione su
una portafinestra del cucinino, che dà sul retro della villetta,
da cui sarebbe entrato il rapinatore. Anche su tale elemento,
però, gli inquirenti sono molto cauti. Sul corpo di Rosina
trovate altre lesioni ed ecchimosi, secondo la difesa non
riconducibili a percosse o altri segni di violenza ma alle
manovre rianimatorie praticate dai sanitari. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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