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‘Ndrangheta:ex assessore Reggio C. ha iniziato a collaborare

(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 03 FEB – C’è un nuovo pentito a
Reggio Calabria. Si tratta dell’ex assessore comunale Seby
Vecchio. La notizia circolava da settimane ma proprio in questi
giorni è stata anticipata a margine del processo “Gotha” dove i
sostituti procuratori della Dda Stefano Musolino e Walter
Ignazitto hanno anticipato il deposito di alcuni verbali del
nuovo pentito.
    Assistente capo della polizia di Stato, Seby Vecchio è stato
arrestato lo scorso ottobre con l’accusa di associazione mafiosa
nell’ambito dell’operazione “Pedigree 2” contro la cosca
Serraino. Vecchio, infatti, era ritenuto dalla Dda, il politico
di riferimento della consorteria mafiosa. In sostanza dalle
indagini, coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri, era
emerso che il clan Serraino gli assicurava “consistenti
pacchetti di voti in occasione delle elezioni” e lui “sfruttava
il ruolo di consigliere e assessore comunale per garantire
favori ai membri della cosca di appartenenza e agli esponenti di
altre articolazioni della ‘ndrangheta reggina”.
    Al momento c’è il massimo riserbo sulle sue dichiarazioni ai
magistrati. Nei prossimi giorni, però, verranno resi noti i
verbali di alcuni interrogatori di Seby Vecchio che è stato
anche presidente del Consiglio comunale e assessore
all’istruzione. La sua esperienza politica si è svolta
nell’ambito del centrodestra reggino negli anni in cui era
sindaco Giuseppe Scopelliti. Di Seby Vecchio, inoltre, hanno
parlato anche numerosi collaboratori di giustizia. Le accuse nei
suoi confronti non riguardano solo la sua attività politica. Il
neo-pentito, infatti, avrebbe assicurato “protezione ai sodali”
e avrebbe procurato “notizie riservate sulle indagini in corso”.
    Avrebbe inoltre agevolato “la latitanza dei capi della cosca che
intendevano sottrarsi alla cattura” e supportato “gli interessi
economici del sodalizio e del suoi capi, agevolando l’apertura
di attività commerciali ed instaurando rapporti societari di
fatto (tramite il ricorso a fittizie intestazioni) per
consentire l’avviamento di nuove attività imprenditoriali e
scongiurare il rischio di sequestri”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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