L’incessante massa d’acqua abbattutasi sulla città ha causato forti disagi, creando danni ad abitazioni, impianti, opere pubbliche e strutture industriali. Sono stati più di 180 gli interventi dei vigili del fuoco.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha firmato stamani il decreto per lo stato di crisi a Verona e nelle zone della provincia scaligera colpite dai violenti nubifragi di ieri, che hanno creato danni ad abitazioni, impianti, opere pubbliche e strutture industriali e produttive.
“Chiederemo al governo – afferma Zaia in una nota – non soltanto la dichiarazione dello stato di emergenza ma anche una attenzione particolare a cittadini e imprese. Ho seguito per tutta la notte, in costante contatto con l’assessore alla Protezione Civile Gianpaolo Bottacin, l’organizzazione della macchina dei soccorsi, la mobilitazione e la dislocazione delle squadre dei volontari regionali, che hanno risposto come sempre con entusiasmo e professionalità. Oggi le 36 squadre già operanti sui territori saranno ulteriormente rafforzate, mentre anche i Vigili del Fuoco, che non ringraziamo mai abbastanza, sono operativi con squadre provenienti anche dalle province vicine”.
Sono oltre 180 gli interventi per segnalazioni giunte ai vigili del fuoco da ieri pomeriggio nel veronese, per interventi legati alle forti precipitazioni avvenute nella zona. Al momento non si segnalano persone rimaste ferite. Portati in salvo dalle squadre Saf (Speleo Alpini Fluviali) diversi automobilisti, rimasti bloccati nelle auto nelle strade allagate.
Nel veronese continua l’emergenza in seguito al nubifragio che si è abbattuto tra il tardo pomeriggio e la serata di ieri. La pioggia è continuata a cadere intensamente per tutta la notte e poi anche in mattinata. Le situazioni più pesanti riguardano l’Est e la Valpolicella, due zone a forte vocazione vinicola. “In questo momento è prematuro fare la stima dei danni, ma certamente l’apprensione è alta”, ha detto il sindaco di Soave, Gaetano Tebaldi. Nella frazione di Costeggiola una decina di famiglie si sono ritrovate le abitazioni invase dall’acqua, che è arrivata a sfiorare i due metri di altezza. Almeno altre trenta famiglie sono state colpite da allagamenti. Sono all’opera due squadre della Protezione civile, il personale del comune e la Polizia municipale. Il fiume Tramigna defluisce in maniera regolare ed è stata aperta la discarica per conferire il materiale alluvionato. Verso la frazione di Fittà sono caduti 180 mm di acqua e si sono verificate alcune frane. Pesanti problemi a Monteforte d’Alpone, che nel 2010 è stata colpita assieme a Soave dall’alluvione di Ognissanti e poi da altre due successive inondazioni. Decine i garage e gli scantinati invasi dall’acqua, molte strade sono impraticabili e si sono verificate delle frane. In poco più di tre ore il livello dell’Alpone si è alzato di quasi un metro e mezzo. Il sindaco Gabriele Marini ha attivato l’unità di crisi con il supporto anche dei tecnici del Consorzio di bonifica Alta pianura veneta.
Il picco di precipitazioni si è registrato a Santa Maria di Negrar, in Valpolicella, dove sono caduti 178 mm di acqua in poco più di due ore.L’ondata di maltempo rischia di pregiudicare la prossima vendemmia del pregiato Amarone. Le frazioni del comune della Valpolicella sono state sferzate ininterrottamente dalla pioggia che ha provocato frane. Anche ad Arbizzano decine di abitazioni sono state allagate. Il sindaco Roberto Grison ha attivato la macchina dell’emergenza con un centinaio di uomini, arrivati anche da altre province, impegnati sul territorio per affrontare le criticità. In una nota il Consorzio di bonifica veronese ha sottolineato che “il progno di Arbizzano è stato pulito giusto una settimana fa, ma 170 millimetri d’acqua non sono controllabili. Sono saltati i muretti a secco in più punti. Il Consorzio è in contatto con le guardie forestali, quando domani il tempo sarà più clemente andranno a verificare. Intanto, anche se non è di competenza propria, il Consorzio di Bonifica Veronese è intervenuto per liberare un’ostruzione che impedisce all’acqua del progno di Avesa, Lorì, di defluire per cui la ciclabile di Avesa è tutta allagata”.
Sono quasi 300 le richieste di intervento arrivate alla Protezione Civile e ai Vigili del fuoco dopo i nubifragi che da ieri pomeriggio hanno colpito Verona, la Valpolicella e una decina di comuni dell’Est e dell’Ovest veronese. In alcune fasce del territorio scaligero sono precipitate autentiche ‘bombe d’acqua’ che hanno scaricato fino a 170 millimetri di pioggia in due ore, ingrossando pericolosamente i corsi d’acqua. L’assessore alla Protezione civile del Veneto, Gianpaolo Bottacin, riferisce che sono state impegnate sul posto 41 squadre di volontari, con 164 uomini al lavoro. Da stamani sono attive 31 squadre provenienti dalle province di Verona, Vicenza, Padova e Rovigo, con 124 volontari. Altri 64 volontari di 16 squadre (11 della provincia di Padova e 5 della provincia di Verona) sono pronti a subentrare. “Rivolgo un grande ringraziamento – dichiara Bottacin – a tutti i volontari della protezione civile, che da stanotte si stanno alternando con grande generosità. Adesso pensiamo a chiudere l’emergenza e a porre in salvo persone e cose e continuiamo a monitorare la situazione, in stretto contatto con tutti gli enti locali interessanti. Nei prossimi giorni faremo un esame ancora più approfondito dei danni e delle situazioni di criticità anche attraverso sorvoli con l’elicottero per verificare la sussistenza di interventi franosi”.
(ANSA)