(ANSA) – MILANO, 23 MAR – L’idea è partita da Luca, 17 anni,
terza liceo scientifico: “Don, perché non creiamo una bolla come
quella dell’Nba per stare tutti insieme?” Ottenere i permessi –
non lo nasconde don Gabriele Colombo – non è stata una
passeggiata, ma poi, fatti i tamponi rapidi e con l’assenso dei
genitori, 22 adolescenti si sono trasferiti nell’oratorio Luigi
Molina di Biumo, a Varese.
Una sorta di casa comune al tempo del virus, per non sentirsi
più soli davanti a un pc, dove la mattina ognuno dei ragazzi,
dai 16 ai 18 anni, dopo la sveglia, la preghiera e la colazione,
segue le lezioni in Dad, mentre il pomeriggio è dedicato allo
sport e ad attività in preparazione della Pasqua.
Il protocollo, oltre al tampone rapido all’ingresso, prevede
che non ci siano contatti con l’esterno per 14 giorni. L’unica
persona autorizzata a entrare è il cuoco, che prepara pranzo e
cena per i ragazzi, che però provvedono a tutte le altre
faccende, dal bucato alle pulizie, con turni e compiti
assegnati.
Da parte dei ragazzi, “c’è grande serietà e impegno, e,
secondo quanto ci dicono i loro genitori, ora sono più sereni.
Ed è quello che vedo ogni giorno anche io: serenità e
complicità, ma anche leggerezza, senza dimenticare quello che
accade fuori. I ragazzi non si sentono dei privilegiati, stanno
vivendo questa esperienza come un dono e non un diritto
acquisito”.
Recuperare la socialità anche in tempi di pandemia non è
dunque impossibile: “in Italia siamo fermi al livello della
polemica, ma abbiamo la possibilità di renderci protagonisti,
noi abbiamo studiato bene le possibilità che c’erano e partendo
dalla legge abbiamo trovato una soluzione per mandare un segno,
per dire che un’alternativa c’è”. (ANSA).
Fonte Ansa.it