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Per non dimenticare,19 Luglio 1992: strage di via d’Amelio a Palermo.

29 anni da quel 19 luglio 1992

29 anni da quel 19 luglio 1992

19 Luglio 2020-Sono passati 28 anni dalla strage di via d’Amelio a Palermo nella quale persero la vita il Giudice Paolo Borsellino e cinque dei sei membri della sua scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. I cinque agenti stavano accompagnando il giudice in visita a casa della madre.

Borsellino sapeva che avrebbe fatto la stessa fine del suo collega il Giudice Giovanni Falcone, a cui era legato da una profonda amicizia. “Ora tocca a me” diceva, mentre nelle ultime interviste si definiva “un condannato a morte”.

Anche alla moglie Agnese aveva confidato: «Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri».. 

E cosi come amava sempre fare, scherzava allegramente sulle loro morti, e una sera disse a Falcone: “Giovanni ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte:Ci sono tante teste di minchia: teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello… quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero… ma oggi signori e signore davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c’è il più testa di minchia di tutti… Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge”.

L’Italia ha ancora bisogno di certe “teste di minchia”, dietro cui si nascondono uomini coraggiosi.

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