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Perché gli ultimi tre Papi hanno “lasciato correre” le accuse contro l'”orco” McCarrick

Soldi, soldi, sempre soldi: l’abusatore seriale e conclamato di giovincelli riversava un fiume di denaro dagli Usa al Vaticano. Solo quando lo scandalo pedofilia ha decimato le donazioni dei fedeli ci si è decisi a metterlo finalmente da parte

Da: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/scandalo-cardinale-pedofilo-follow-the-money-ci-scrive-andrea-181940.htm

…”Fino a qualche settimana fa il nome di McCarrick compariva ancora tra i membri del board sulla pagina ufficiale della Papal Foundation, la più importante charity cattolica degli Stati Uniti, forse la più ricca del mondo, che lo stesso McCarrick contribuì a fondare nel 1998. La mission della fondazione è sostenere le opere di carità del Romano Pontefice. Club esclusivo: i donatori si impegnano a versare un milione di dollari nel corso di non più di dieci anni, con una donazione minima di 100mila dollari ogni anno. Attualmente la Fondazione può contare su un fondo di oltre $ 215 milioni con un totale di $ 121 milioni assegnati a borse di studio”…

…”Fatto sta che pare altamente credibile quanto rivelato da Viganò – lo ammette via tweet  persino un non certo simpatizzante ratzingeriano come Alberto Melloni: Papa Benedetto potrebbe effettivamente avere comminato tra il 2009 e il 2010 sanzioni nei confronti di McCarrick”…

 

“Il Messaggero”, Franca Giansoldati

La bufera degli abusi e le polemiche suscitate dal dossier Viganò stanno avendo ripercussioni molto concrete sulle finanze della Santa Sede. Gli imprenditori cattolici chiudono il portafoglio e la crisi della pedofilia nel clero che già nel 2001 mandò in bancarotta molte diocesi negli Usa, torna a pesare sulle casse vaticane. Legatus, un’associazione di uomini d’affari creata nel 1987 da Thomas Monaghan, il fondatore della catena Domino’s Pizza, ha congelato in un fondo «escrow» le donazioni annuali dei suoi affiliati anziché inviarle a Roma come in passato.

L’organizzazione, che si identifica con il fronte conservatore del cattolicesimo americano e il cui nome completo è «Legatus, Ambassadors for Christ in the Market Place», aveva raccolto nei primi otto mesi del 2018 circa 820 mila dollari. «Alla luce delle recenti rivelazioni, pensiamo che sia rispettosamente doveroso chiedere chiarimenti sull’uso specifico di questi fondi», ha scritto Monaghan, che presiede Legatus ma è noto anche come fondatore, dopo aver venduto Dominòs Pizza una decina di anni fa, di Ave Maria, una città nuova di zecca della Florida che avrebbe dovuto essere governata dai principi della fede: l’esperimento non è andato in porto.

 

Stavolta a fare da cassa di risonanza dell’ultima iniziativa dell’ex miliardario della pizza è stata pubblicata dal Wall Street Journal. Secondo un portavoce dell’organizzazione, fanno parte di Legatus circa tremila imprenditori cattolici praticanti. Nella lettera Monaghan afferma di aver raccolto le opinioni di molti membri di Legatus «a proposito dell’attuale crisi della Chiesa». Ma ha aggiunto di aver personalmente sollevato questioni «sul tipo di rendiconti finanziari adottati in Vaticano per i contribuiti in beneficenza».

 

Sono intanto saliti a sei gli Stati americani che hanno aperto inchieste sullo scandalo: ieri New York e New Jersey, si sono uniti a Illinois, Missouri, New Mexico e Nebraska, mentre la Florida sta valutando se seguirne l’esempio. Sullo sfondo delle nuove manovre legali sono i risultati choc di un gran giurì della Pennsylvania che a metà agosto ha denunciato circa 300 sacerdoti colpevoli di molestie nei confronti di un migliaio di minori nell’arco di 70 anni: il dossier ha provocato un terremoto nella chiesa americana le cui scosse di assestamento si sono fatte sentire fino in Vaticano.

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