(ANSA) – ROMA, 20 FEB – Concluso in cinque udienze il secondo
incidente probatorio, quello sulle cause del crollo del ponte
Morandi, il viadotto autostradale collassato il 14 agosto 2018
causando la morte di 43 persone. Oggi il gip Angela Nutini ha
ammesso solo un approfondimento di perizia depositato da alcuni
indagati mentre ha respinto le altre richieste.
I periti del giudice hanno ribadito che il ponte è crollato a
causa della corrosione dei cavi dello strallo della pila 9.
Corrosione accelerata da difetti di esecuzione del progetto
originario. Secondo alcuni legali della difesa quello era un
vizio occulto. Secondo i tecnici, invece, quel difetto era
conoscibile dai documenti e se si fossero fatte le manutenzioni
il viadotto non sarebbe crollato. L’inchiesta vede indagate 71
persone oltre alle due società Aspi e Spea per omicidio colposo
plurimo, crollo doloso, falso, attentato alla sicurezza dei
trasporti, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul
lavoro. Il prossimo 3 marzo ci sarà l’udienza stralcio con la
quale si deciderà quali intercettazioni potranno essere usate. A
quel punto la procura chiuderà le indagini. (ANSA).
Fonte Ansa.it