(ANSA) – GENOVA, 16 OTT – Slitta di un mese la consegna
della relazione dei periti del giudice per le indagini
preliminari nell’ambito del secondo incidente probatorio per il
crollo del ponte Morandi. Il documento doveva essere consegnato
entro il 30 ottobre.
I tre periti, però, hanno chiesto una proroga del termine
perché alcuni consulenti di parte hanno chiesto di esaminare
tutti i 3248 fili contenuti nel reperto 132, considerato la
prova regina per risalire alle cause del crollo. Secondo i
tecnici di Autostrade e Spea, infatti, il collasso del viadotto
(avvenuto il 14 agosto 2018, provocando la morte di 43 persone)
sarebbe stato causato da un difetto di costruzione (una bolla
d’aria nel trefolo dovuta al minore quantitativo di calcestruzzo
iniettato rispetto al progetto originario) che avrebbe
accelerato il processo di corrosione interno insieme a un
fattore imprevedibile che si verificò quella mattina: la caduta
di un coil di acciaio da oltre tre tonnellate. Per la procura
però, il camion precipitò con la bobina ancora legata al
rimorchio e non potrebbe essere considerata come causa del
crollo.
Tra le altre questioni aperte da affrontare per tutti i
tecnici anche quelle dell’analisi dei video. Il giudice ha
dunque concesso la proroga e ha anche fissato l’inizio delle
udienze per la discussione a partire dall’11 gennaio.
Nel corso del primo incidente probatorio era emerso uno stato
diffuso di corrosione dei resti del ponte. Con il secondo
incidente probatorio si dovranno stabilire le cause vere e
proprie che hanno determinato la tragedia. La procura ha
indagato 71 persone e le due società Aspi e Spea a vario titolo
per falso, omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, attentato
alla sicurezza dei trasporti. (ANSA).
Fonte Ansa.it