Sorge un sospetto: che siano d’accordo con il ministro dell’Interno per fa raggiungere alla Lega, in caso di elezioni anticipate, il 50%? Intanto, da fonti del Viminale, si apprende che Salvini si avvarrà della difesa dell’Avvocatura dello Stato
Da Huffingtonpost.it
La Procura di Palermo ha trasmesso al tribunale del ministri del capoluogo siciliano il fascicolo d’indagine sul caso Diciotti, chiedendo ai giudici di svolgere le indagini preliminari nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini che è stato iscritto nel registro degli indagati per sequestro di persona aggravato.
I magistrati palermitani hanno modificato le contestazioni ipotizzate inizialmente dalla Procura di Agrigento nei confronti del ministro Salvini contestandogli il reato di sequestro di persona aggravato.
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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha aperto in diretta Facebook la busta consegnatagli da carabinieri e inviata dalla Procura di Palermo. “Non mi ritengo né un sequestratore né un eversore. E magari mi assolvono”, ha detto, poco prima di aprire il plico. “Interrogatemi a Palermo domani – ha aggiunto -, vengo a piedi a spiegare cosa ho fatto”. Salvini ha continuato: “C’è poi l’altra sentenza in cui mi sequestrano soldi che non ci sono per fatti avvenuti molti anni fa… mi viene il sospetto che qualcuno che ha voglia di fermare Salvini, la Lega e la voglia di il cambiamento del popolo italiano. Non ci fermeranno”.
“Al momento sono in diretta con me su Facebook 25 mila persone – ha detto -: una piccola parte so che sta tifando perché mi mettano in gabbia, perché, dicono, ‘è un aguzzino, razzista e delinquente’; ma so che molti sanno che faccio quello che voi mi chiedete di fare: aprendo le porte solo alle persone perbene”.
“Sui 100 immigrati che avrei sequestrato – ha proseguitpo – pare che 75 siano spariti. A fronte dell’accoglienza che è stata loro garantita hanno risposto sparendo, non si sono fatti identificare. Io vorrei sapere dai Saviano, Renzi, Gad Lerner, Santoro cosa ne pensano. Ringrazio i 3 milioni di amici che mi stanno dicendo ‘non mollare, tieni duro'”.
Al fascicolo trasmesso al tribunale dei ministri è allegata una relazione firmata dal capo dei pm di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Marzia Sabella.
I magistrati palermitani hanno modificato le contestazioni ipotizzate dalla Procura di Agrigento che, per prima, aveva aperto l’indagine sull’illecito trattenimento a bordo della Diciotti dei migranti soccorsi dalla Guardia Costiera il 16 agosto scorso. I pm della città dei templi avevano infatti contestato a Salvini e al capo di Gabinetto del Viminale, Matteo Piantedosi, i reati di sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. L’ufficio inquirente del capoluogo, sulla base di valutazioni giuridiche e degli elementi di indagine trasmessi loro dai colleghi di Agrigento, ha invece contestato a Salvini il reato di sequestro di persona aggravato. Piantedosi non risulta indagato.
Il tribunale dei ministri ha ora 90 giorni per svolgere le indagini ‘sollecitate’ dalla Procura e per fare gli eventuali approfondimenti istruttori che riterrà necessari. Al termine dei tre mesi i giudici, che potranno modificare i reati ipotizzati dai pm e disporre anche nuove iscrizioni nel registro degli indagati, potranno archiviare il fascicolo oppure rimandare gli atti in Procura perché chieda al Senato l’autorizzazione a procedere a carico del ministro.
La nota dell Procura di Palermo.
Questo ufficio ha richiesto al tribunale di Palermo, collegio speciale per i reati cosiddetti ministeriali, di procedere ad indagini preliminari nei confronti del ministro dell’Interno, sen. Matteo Salvini, per il reato di sequestro di persona aggravato (artt. 81 e 605, commi 1, 2n. 2 e cod. Pen), commesso nel territorio siciliano fino al 25 agosto 2018, in pregiudizio di numerosi soggetti stranieri; ciò, in ossequio alle disposizioni della legge costituzionale n. 1 del 1989 e della legge n. 219 del 1989.
Dell’avvio di tale procedura è stato dato avviso al sen. Salvini ed è in corso la notifica degli avvisi ai soggetti da ritenersi persone offese del reato ipotizzato, come previsto dalla legge costituzionale sopra citata. Ai sensi delle sopra indicate disposizioni di legge, la competenza a svolgere le indagini appartiene al c.d. tribunale dei ministri; nessun atto di indagine è stato quindi compiuto da questa Procura, che ha pertanto proceduto esclusivamente sulla base degli atti ricevuti e degli elementi, in fatto e in diritto, allo stato dagli stessi ricavabili.