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Quando lo Sgarbi va: via da Sutri, puntando su Sirmione. Onde anomale in arrivo sul Lago

Continua l’offensiva di Sgarbi “nostri” contro le istituzioni locali. Dopo la Regione Sicilia e la cittadina laziale, occorre scardinare qualcosa più a Nord. Poltrone di assessore o primo cittadino occupate come cavalli di Troia o rampe di lancio

Sirmione è più bella, secondo Sgarbi “nostri”, ma prima di lasciare Sutri vuole segnare il territorio con un nuovo museo. Così, tanto per non lasciare in pace i cittadini che già sospiravano di sollievo e lasciargli per ricordo la sindrome/incubo “a volte ritornano”.

“Purtroppo qui ci sono delle bande armate che pensano solamente ai loro interessi” ha detto Sgarbi a Huffingtonpost, ma possibile che vi siano bande armate dappertutto, fasciste, naziste, staliniste e in  qualche caso anche ispirate a Bokassa e Bin Laden, e che lui regolarmente le smascheri? O piuttosto non si formano per l’occasione quando arriva lui?

 

“Entro il 21 settembre – ha annunciato il parlamentare di Forza Italia – apro il nuovo museo di Sutri che è un bellissimo comune, ma ci sono delle bande armate che pensano solamente ai loro interessi. Allora lascio Sutri e mi candido in una città più bella come Sirmione”, spiega il parlamentare di Forza Italia. “Con me può diventare un comune ancora più bello di quello che è oggi”. 

Catullo si sta già rivoltando nella tomba e Lesbia si è già data alla fuga, chiedendo asilo politico in Mali. Quanto al lago di Garda, i metereologi osservano preoccupati un anomalo incresparsi delle acque, simile a quello che si crea a Lochness nell’imminenza dell’emersione del mostro.

 

“Sgarbi si era detto pronto a chiedere lo scioglimento o il commissariamento al prefetto del Comune. Nel chiedere le dimissioni del suo vicesindaco e di un consigliere non lesina critiche, definendo “fascista”, il comportamento adottato da entrambi. “L’amministrazione di Sutri appare difficoltosa per consuetudini di poteri familiari che scavalcano la volontà di programmazione del sindaco – dice Sgarbi, eletto nell’ultima legislatura nelle fila di Forza Italia – l’immobilità si era manifestata con il volto cortese del vicesindaco Felice Casini, e ieri con l’aggressività squadrista di un vero fascista, cognato di Casini. Due facce della stessa medaglia. Come loro stessi confermano con l’insolente post in cui sono fotografati insieme con il commento, tipicamente fascista, ‘finoallafine, per noi non è un motto ma uno stile di vita’. Bello stile di vita. Insinuante e violento. Firmato dal fascista e condiviso dal democristiano”.

 

Felice “Cortese” Casini da Sutri freme sicuramente dall’indignazione, ma, essendo dell’Udc, non lo dà a vedere. Con santa rassegnazione, come farebbe il suo imperturbabile capo e omonimo Pierferdi, il quale -per vie traverse, come sempre- deve avergli già assicurato la scottante poltrona di sindaco abbandonata da Sgarbi “nostri”, purché trovi un posto di assessore per Maria “Heidi” Boschi, che oramai non sa più dove andare a farsi eleggere. D’altronde, “Io do una cosa a te” eccetera è il motto presente nei Vangeli apocrifi democristiani compilati negli anni ’50 da San Cencelli, con la benedizione degli evangelisti Moro, Andreotti, Fanfani e altri che però non ci sentiamo di definire santi. E così sia. Quanto allo squadrista cognato del vicesindaco, viene avvistato nelle notti di luna piena, con un pugnale tra i denti, tra le tombe etrusche di Sutri, da cui si alza ormai, anche di giorno, il sinistro grido hitleriano, scandito da uno sbattere di tacchi, “finoallafine!”.  

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