E’ un fine settimana di screening a tappeto questo in Veneto, dove si cerca di ‘bruciare l’erba’ al Covid e acquisire dati scientifici per aiutare la strada dei vaccini. Sono due i comuni sotto i riflettori: Vo’, nel padovano, che contò il 21 febbraio la prima vittima per Covid in Italia, e dove da tempo la popolazione partecipa ad uno studio sul virus condotto da Andrea Crisanti, e Auronzo di Cadore, uno dei cluster più virulenti durante la seconda ondata della pandemia.
Negli uffici del municipio di Vo’ stamane sono tornati i medici del Dipartimento di Biologia Molecolare dell’Università di Padova, diretto da Crisanti, per dar vita al quarto ‘giro’ di test sulla popolazione. Nessuna fila però. Questa volta non sono stati chiamati all’appello tutti i 3.200 abitanti del paese, come nelle prime tre occasioni, ma solo i 160 residenti che a maggio, all’esito del prelievo venoso, avevano manifestato la presenza di anticorpi Covid, e quindi l’immunizzazione al virus.
Lo scienziato dei ‘tamponi’ oggi non c’era, era presente ai test il prof Enrico Lavezzo, co-autore con Elisa Franchin dello studio su Vo’ coordinato da Crisanti e pubblicato su ‘Nature’.
“L’obiettivo principale del nuovo campionamento – ha spiegato Lavezzo – è valutare a distanza di 6 mesi qual è il livello di anticorpi contro il Sars Cov2 in queste persone di cui abbiamo già un dato precedente: capire se permangono a distanza di tempo, e quanti anticorpi sono presenti in questi pazienti. Ciò avrà implicazioni importanti a livello di comprensione della biologia del virus, e in ottica di sviluppo dei vaccini, anche per valutare quali possono essere le conseguenze a lungo termine”.
I test – prelievo del sangue, e tampone molecolare – proseguiranno anche nella giornata di domenica. “I cittadini di Vo’ – ha detto il sindaco Giuliano Martini – ormai hanno capito di essere essenziali nello studio del virus, l’adesione a questo nuovo screening è avvenuta con grande disponibilità da parte di tutti. Siamo orgogliosi di poter essere d’aiuto”.
La battaglia contro il Covid ha invece un significato più immediato ad Auronzo di Cadore. Qui in pochi giorni sono stati individuati 250 nuovi casi di contagio, e così l’Ulss e la Regione Veneto hanno deciso di monitorare quasi tutta la popolazione, per frenare la diffusione del virus. La campagna di tamponi, a partire dalle 9.30 di domenica, sarà fatta con Covid point in ‘drive-in’. di Lo screening riguarderà le classi di età più colpite, e sarà diretto all’individuazione di positività fra gli abitanti di Auronzo di età compresa fra 41 e 65 anni, in tutto circa 1.300 soggetti. In base ai risultati dell’indagine, lo studio sarà eventualmente esteso ad altre classi d’età.
Fonte Ansa.it