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R.Cittadinanza: beneficiari omicidi e irreperibili, denunce

(ANSA) – ANCONA, 03 FEB – C’erano anche persone sottoposte
a misure cautelari personali per reati come omicidio e
associazione per delinquere di stampo mafioso – delitti in
questi casi non commessi in provincia di Macerata -, ma anche
irreperibili, tra le 31 persone, di origine straniera ma
residenti nel Maceratese, scoperte dalla Gdf a percepire
indebitamente il reddito di cittadinanza per circa 200mila euro
complessivi. Sono scattate anche le segnalazioni alla Procura e
alla Direzione Provinciale Inps di Macerata, per l’interruzione
dell’erogazione del sussidio ed il recupero, peraltro già in
fase di esecuzione. Compiuti sequestri penali preventivi per
circa 92mila euro a carico degli interessati. Le indagini sono
state eseguite dai Reparti del Comando Provinciale delle Fiamme
Gialle di Macerata in collaborazione con l’Inps sotto il
coordinamento del procuratore Giovanni Giorgio.
    In particolare, contestano gli investigatori, 14 persone
hanno continuato a percepire il reddito di cittadinanza,
nonostante fossero sottoposti a misure cautelari personali per
varie tipologie di gravi delitti, tra i quali associazione
mafiosa, omicidio, estorsione, traffico di droga, sfruttamento
della prostituzione, violenze in famiglia. In certi casi
l’incompatibilità – dovuta a condanne o misure cautelari per
gravi reati – sussisteva già al momento dell’istanza, in altri è
intervenuta dopo l’erogazione del beneficio.
    Altri 17 percettori del Reddito di cittadinanza avevano
fornito informazioni mendaci riguardanti, ad esempio, le
disponibilità patrimoniali e/o reddituali oltre i limiti
consentiti, la reale residenza (alcuni soggetti erano
irreperibili), o la presenza di vincite al gioco online di
rilevanti somme di denaro. I finanzieri maceratesi hanno
scoperto altre irregolarità riferibili a soggetti sottoposti a
misure cautelari in provincia ma non residenti nel Maceratese:
sono state segnalate a Procure e Reparti Gdf competenti per
territorio. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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