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Ragusa: raggirava anziani, napoletano arrestato dalla Polizia

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Prendeva di mira signore anziane, le chiamava al telefono fingendosi avvocato o maresciallo e chiedeva loro tra i 5.000 ed i 30.000 euro per risarcire la vittima di un incidente stradale provocato dal nipote senza copertura assicurativa. Poi per aumentare ansia e accelerare la consegna del denaro condiva il racconto sostenendo che il nipote si trovava in stato di fermo e non poteva avere contatti telefonici.Insomma un risarcimento che avrebbe ‘liberato’ il nipote e avrebbe chiuso la vicenda.

Questo il cliche’ seguito da un truffatore seriale napoletano che agiva in tutta Italia e che e’ stato smascherato dalla Polizia di Stato. L’uomo e’ stato arrestato dopo accurate indagini avviate dalla Squadra Mobile a seguito di numerose truffe consumate ai danni di anziane signore di Ragusa. Fondamentale la collaborazione delle vittime che, superato lo choc, hanno riconosciuto il malvivente.

E’ possibile che siano ancora numerosissime le vittime del truffatore sull’intero territorio nazionale. Chiunque dovesse riconoscere l’autore del reato e’ pregato di recarsi presso gli uffici della Polizia di Stato piu’ vicini al luogo di residenza per denunciare i fatti. Quando le vittime non avevano tutto il denaro, il truffatore si faceva consegnare oggetti in oro. Sono state almeno quattro le anziane di Ragusa truffate. 

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Il bottino di ogni truffa superava i 5.000 euro con richieste fino a 30.000,complessivamente l’uomo avrebbe truffato ragusani per oltre 25.000 euro in 4 occasioni. Si tratta di Pasquale Gente, pluripregiudicato di 58 anni di Napoli, arrestato in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura di Ragusa a seguito dell’ordinanza del gip del Tribunale.

Indagini sono in corso per risalire ai complici del truffatore, dimoranti in territori del Napoletano dove era stata organizzata una vera e propria centrale telefonica dalla quale quotidianamente partivano decine e decine di telefonate al fine di poter individuare la vittima. I malfattori fingevano una chiamata da parte di un avvocato con cognome comune nei luoghi dove operavano, e poi chiamando le vittime per nome dopo averlo acquisito dall’elenco telefonico riuscivano ad ottenerne la fiducia.

 

 

(AGI) 

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