(ANSA) – SASSARI, 10 DIC – Dopo aver corso e vinto nei più
prestigiosi ippodromi d’Italia, dalle Cascine di Firenze al San
Siro di Milano, due anni fa era morto di fame e sete,
abbandonato a se stesso in un piccolo podere nelle campagne di
Sorso. Per la morte di Re Furio, cavallo purosangue inglese di
11 anni, oggi sono comparsi davanti al giudice del tribunale di
Sassari, Mauro Pusceddu, i due proprietari, Lisa Gavinuccia
Piras, di Usini, e Manuel Puledda, sassarese.
Secondo l’accusa sostenuta in aula dalla pm Maria Paola
Asara, hanno “cagionato lesioni o comunque sottoposto il cavallo
a comportamenti e fatiche insopportabili per le sue
caratteristiche etologiche, dopo averlo abbandonato nel periodo
estivo in un fondo privo di riparo e senza alcuna risorsa
alimentare e idrica disponibile che gli consentisse un
sostentamento sufficiente in autonomia a pascolo brado”. Stando
alla Procura, gli imputati “lo alimentavano e abbeveravano
saltuariamente, facendogli mancare per più giorni consecutivi
acqua e cibo vitali per la sopravvivenza, fino a provocarne il
decesso”. I due hanno chiesto la sospensione del processo con la “messa alla prova” per l’estinzione del reato.
In apertura di udienza, si è costituita parte civile
l’associazione Horse Angels di Cesenatico, rappresentata
dall’avvocata Silvia Ferraris, dal cui esposto era partita
l’inchiesta. “L’intento dell’associazione – spiega – è quello di
portare avanti un atto di sensibilizzazione su un argomento
delicato e purtroppo sempre attuale, quale è il maltrattamento
degli animali”. Alla prossima udienza, fissata per il 28
gennaio, l’avvocato difensore dei due imputati, Giuseppe Masala,
presenterà al giudice il programma di messa alla prova dei suoi
assistiti, che sarà poi valutato dallo stesso giudice e dalle
parti civili. (ANSA).
Fonte Ansa.it