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Reddito di Liberta’. Una misura di straordinaria importanza, che aiuta le donne vittime di violenza

Il contrasto alla violenza di genere è una problematica sulla quale la politica deve agire

Il "Reddito di Libertà" è riconosciuto dall'Inps con un contributo nella misura massima di 400 euro mensili pro capite

Il Reddito di Libertà è destinato alle donne seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, il contributo è finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per l’autonomia abitativa e personale, il percorso scolastico e formativo di eventuali figli e figlie minori. Destinatarie sono le donne residenti nel territorio italiano che siano cittadine italiane o comunitarie oppure, in caso di cittadine di Stato extracomunitario, in possesso di regolare permesso di soggiorno.

La domanda viene presentata dalle donne interessate, «direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, per il tramite del comune competente per residenza, utilizzando il modello allegato alla presente circolare». L’operatore comunale provvede al contestuale inserimento della domanda, accedendo al servizio online di presentazione della domanda sul portale Inps, digitando nel motore di ricerca “Prestazioni sociali dei comuni” e selezionando tra i risultati il servizio “Prestazioni sociali: trasmissione domande, istruzioni e software”. Un servizio già utilizzato dai comuni per la trasmissione delle domande di assegno al nucleo familiare e maternità, che ha ora una sezione ad hoc dedicata all’acquisizione delle domande per il reddito di libertà.

Per facilitare la presentazione telematica delle domande all’Inps, è stata attrezzata una specifica piattaforma di collegamento con i comuni italiani che consentirà di inoltrare le domande. La circolare ricorda che saranno inoltrate dagli sportelli comunali solo ed esclusivamente le istanze debitamente compilate in ogni loro parte e sottoscritte dalle interessate.

Il Reddito di Libertà è riconosciuto dall’Inps con un contributo nella misura massima di 400 euro mensili pro capite, in un’unica soluzione per massimo dodici mesi, entro il limite delle risorse assegnate a ciascuna regione o provincia autonoma. Il Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza – istituito dall’articolo 105-bis del decreto-legge n. 34/2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 77/2020 – ed è stato incrementato con tre milioni di euro del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità.

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