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Riapertura frontiere, finisca la telenovela della penuria di manodopera agricola

Dichiarazione del segretario generale Uila-Uil Stefano Mantegazza

“Con la riapertura delle frontiere e la possibilità per i lavoratori agricoli di tornare in Italia, senza più obbligo di quarantena, ci auguriamo si concluda definitivamente la “telenovela” sulla penuria di manodopera per la raccolta estiva di prodotti agricoli. Il rischio vero, al contrario è che, anche grazie ai numerosi interventi assunti dal governo in questi mesi di emergenza Covid-19, quest’estate ci siano braccianti in eccesso rispetto alle reali offerte di lavoro”.    

Così il segretario generale commenta la notizia relativa alla possibilità di rientro nel nostro paese di circa 150.000 lavoratori agricoli europei e, dal prossimo 15 giugno, anche di quelli extracomunitari.

La Uila ha sempre sostenuto come non sia mai esistita una reale emergenza da mancanza di manodopera straniera in agricoltura, conseguente alla diffusione del Covid-19. Degli oltre 350.000 lavoratori stranieri iscritti negli elenchi anagrafici, infatti, la maggior parte è residente in Italia con un permesso di soggiorno attivo e solo una parte minoritaria viene nel nostro paese, anno per anno, per lavorare. Inoltre, il governo è intervenuto con diversi provvedimenti: prorogando i permessi di soggiorno in scadenza fino al 31 dicembre 2020; prevedendo la possibilità per i lavoratori percettori di ammortizzatori sociali e del reddito di cittadinanza di poter cumulare lavoro in agricoltura fino a 2.000 di reddito; consentendo a parenti e affini di agricoltori, fino al sesto grado, di poter lavorare a titolo gratuito; infine con la regolarizzazione.

“Ci auguriamo quindi” conclude Mantegazza “di non sentire più parlare di numeri e di manodopera mancante in agricoltura a causa dell’emergenza Covid 19”.

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