Dopo anni di attesa la riforma del gioco pubblico italiano sta per arrivare, ma l’accoglienza non è stata delle più calorose. Associazioni di categoria ed esperti del settore, infatti, hanno lanciato l’allarme su alcune misure che, sebbene ancora non ufficiali, rischierebbero di bloccare la crescita della filiera, limitandone lo spettro d’azione e bloccando uno sviluppo che è fondamentale in termini economici.
Si è parlato di questo all’importante conferenza dello scorso 13 dicembre promossa dall’Istituto Milton Friedman e denominata “Gioco: un solo mercato, un solo riordino”. L’appuntamento, andato in scena presso la sala stampa della Camera dei Deputati, è stato un importante momento di confronto per tutte le maggiori associazioni di gioco legale in Italia, vista la partecipazione di Confcommercio, Confindustria, Fipe, Logico, Acmi, Acadi e Sapar. Tutte entità d’accordo con quanto dichiarato dal moderatore dell’evento, il direttore dell’Istituto Friedman, Alessandro Bertoldi: “Il settore del gioco legale ha bisogno di una riforma organica immediata che interessi tutti i segmenti di mercato, l’attuale quadro normativo e gli interventi regolatori che il Governo si accinge a fare creano e creeranno ancora una volta disparità favorendo il mercato illegale e condizionando pesantemente il libero mercato”.
Tra le misure maggiormente criticate c’è il drastico aumento del costo di concessione online, che passerebbe dai 200 mila euro previsti nel 2018 a oltre 7 milioni di euro. “Stiamo parlando di un incremento di oltre 35 volte – è il parere a caldo del team di WiseCasino.net , blog specializzato nel settore del gambling online – con una previsione di partecipazione al bando online che non dovrebbe superare i 20 partecipanti. Basti pensare che oggi sono più di 90”. Una misura, insomma, che andrebbe ad eliminare la concorrenza, con potenziali grandi rischi sul piano occupazionale e professionale. “Per non parlare poi dei due pesi e due misure che si rischia di fare su gioco online e tradizionale – continuano gli esperti di WiseCasino – quello che si richiede, invece, è una regolamentazione unanime, in grado di superare la frammentarietà di oggi e formando una norma standard valida in tutto il paese”.
Il dibattito vira poi, ovviamente, sul versante occupazione. È soprattutto Domenico Distante, Presidente di Sapar, a sottolineare come le imprese del comparto gioco pubblico diano lavoro a oltre 150 mila lavoratori, garantendo un gettito erariali di circa 11 milioni di euro, stando ai dati del 2022. “I punti per noi davvero irrinunciabili – spiega – sono inoltre il riconoscimento del ruolo delle piccole e medie imprese di gestione e la tutela della raccolta negli esercizi generalisti”. Andare a colpire in questa maniera il gioco pubblico, limitando i partecipanti alla filiera controllata e pubblica e tagliando di fatto la concorrenza, nasconde poi il grande rischio di ridurre il presidio di legalità tanto sul territorio quanto sul web. Un aspetto cruciale, questo, che forse viene sottovalutato dal legislatore. Un aspetto su cui forse si può ancora intervenire. Per questo dall’incontro della Camera dei Deputati arriva un allarme ma anche una richiesta: prima di rendere ufficiale questa misura, sediamoci intorno a un tavolo. In ballo c’è il futuro di un settore, ma anche di una bella fetta di economia.