Risse, furti, abbandono di rifiuti. Siamo sul versante francese del Monte Bianco dove migliaia di sprovveduti cercano di prendere parte alle scalate. Ma non hanno formazione e rispetto per la montagna. La situazione è di allarme
Alpinisti ladri che rubano le scarpe ad un escursionista vicino al rifugio di Gouter. Alpinisti ladri di ramponi. Patrick Sweeney invece pretendeva di scalare la vetta con i figli di 9 e 11 anni e per poco non sono stati travolti da una valanga. Trenta alpinisti dell’Est arrivati dopo le 22 al rifugio del Gouter senza alcuna prenotazione pretendevano di essere alloggiati: e per poco non ci è scappata la rissa. Invece, otto smidollati alpinisti russi, nonostante l’opposizione delle guide, hanno deciso di proseguire la scalata, non prima di aver rubato le corde ad altri alpinisti. E la serie non si esaurisce qui: maleducazione e irresponsabilità regnano incontrastate. Alcune guide sono state malmenate da clienti insoddisfatti, oltre al fatto che è scoppiata una rissa per una precedenza contesa, causa l’onta di un sorpasso. Ma dove ci troviamo? Sul versante francese del Monte Bianco (4810 metri). Come spiega al Corriere della Sera, il sindaco di Saint Gervais les Bains Jean Marc Peillex “la situazione è esplosiva. Il Monte Bianco trattato come Disneyland e prodotto di consumo. Trentamila persone senza alcuna esperienza si avventurano ogni anno su questa montagna”. Come se non bastasse i maleducati provenienti per lo più dall’Europa lasciano sulla montagna quintali di rifiuti di ogni genere. Quella dei rifiuti abbandonati sulle montagne è purtroppo una storia ben conosciuta. Nel 1991 Giancarlo Gazzola, scalatore trevigiano, in un’intervista denuncio’ il fatto che il Monte Everest “era divenuto una sorta di discarica a cielo aperto”.