La chiesa si trova nel centro storico di Roma. Aperta normalmente solo per i matrimoni, fortunatamente non vi era nessuno all’interno al momento del crollo. Il Ministro Bonisoli e le forze dell’ordine sono sul posto per verificare i danni
Crollo in una chiesa del centro storico di Roma. È crollato per tre quarti il tetto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, al foro romano. Sul posto sono intervenuti i carabinieri del Comando di Piazza Venezia e i vigili del fuoco, che con una gru hanno eliminato le parti pericolanti. L’interno, sotto la parte crollata, è completamente invaso da grosse travi in legno spezzate e calcinacci. La chiesa dei Falegnami solitamente è aperta solo per i matrimoni, ma al momento del crollo fortunatamente non c’era nessuno. Gli accessi, da cui si arriva anche dal Campidoglio, sono presidiati dai vigili urbani che non fanno accedere nessuno.
La chiesa è custodita e conservata dal Vicariato di Roma, che ne è proprietario, mentre al Ministero per i Beni e le attività culturali competono le funzioni di tutela. Il ministro Alberto Bonisoli sta seguendo la vicenda ed è costantemente in contatto con il Segretario Generale, Giovanni Panebianco, che sta coordinando le unità del Mibac per far fronte all’emergenza, con i tecnici specializzati, gli archeologi, gli architetti, gli storici dell’arte, i restauratori, oltre alla Soprintendenza speciale di Roma, del Parco archeologico del Colosseo e i Carabinieri del Nucleo Tutela. Dalle prime informazioni acquisite, sembrerebbe che la preziosa tela seicentesca di Carlo Maratta non avrebbe subito danni, mentre sarebbe andato perso il soffitto a cassettoni della chiesa.
Anche il Carcere Mamertino, sottostante alla Chiesa dei Falegnami, è stato danneggiato dal crollo del tetto. “Alcuni frammenti del tetto – ha spiegato l’ingegnere dei vigili del fuoco Luigi Liolli – hanno colpito una parte dell’altare. Una trave ha poi lesionato anche il carcere Mamertino”, dove praticamente si è sfondato il pavimento.
La chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Foro Romano fu edificata alla fine del XVI secolo dall’Arciconfraternita dei Falegnami e dedicata a San Giuseppe dalla Congregazione dei Falegnami, che nel 1540 aveva preso in affitto la preesistente chiesa di San Pietro in Carcere. Sotto di essa si trova il famoso Carcere Mamertino (o Carcer Tullianum), anch’esso di proprietà del Vicariato. Un luogo molto importante, sia dal punto di vista archeologico che religioso, dato che secondo un’antichissima tradizione sarebbe stata la prigione in cui furono detenuti San Pietro e San Paolo e dove San Pietro, con un bastone, avrebbe colpito la roccia facendo scaturire l’acqua che utilizzò per battezzare i reclusi e i carcerieri. Motivo per il quale, nei secoli, questo complesso monumentale è diventato un luogo di grande devozione, ancora oggi molto visitato in pellegrinaggio da chi si reca nella Città eterna. Secondo alcune fonti fu elevato a luogo di culto già nel IV secolo, per volontà di Papa Silvestro I. Il carcere, che custodisce anche una delle prime raffigurazioni della Madonna della Misericordia in un affresco del XIII secolo, è il più antico di Roma ed è stato riaperto due anni fa in seguito a lunghi scavi e restauri realizzati dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, che è competente per la tutela dell’intero complesso.