(ANSA) – ROMA, 17 OTT – “Ci siamo spesso confrontati coi
sindaci. Il modello Genova dimostra che con una normativa fatta
bene si è demolito e ricostruito un ponte, che è cosa ben più
difficile che rifare una strada. Servono più poteri ai sindaci,
che agiscono nell’interesse della città e dei cittadini”. Così
la sindaca di Roma Virginia Raggi intervenendo al Convegno dei
giovani imprenditori di Confindustria.
“Le città sono uno snodo fondamentale per far atterrare gli
investimenti, ma servono strumenti snelli perché non passino due
o tre ere geologiche tra la gara e l’opera. Su Roma abbiamo
sbloccato opere precedenti al 2000, cioè che nascono già vecchie
– ha anche osservato – La metro C – ha fatto un esempio – è già
in parte superata, e vi stiamo dunque mettendo tecnologie più
moderne. Però serve anche rapidità. Il codice degli appalti è
estremamente complesso e nella complessità proliferano
interpretazioni contrastanti anche per noi amministrazioni, e
favorisce ‘sacche’ da evitare. Servono norme chiare e semplici.
Inoltre il limite di 5 milioni di investimento per noi a Roma
non va bene: non ci finanzio neanche una derattizzazione. Le
città non possono essere bloccate per anni. Io la
semplificazione del codice degli appalti l’ho chiesta da subito,
nel M5s non erano d’accordo mai io l’ho criticata lo stesso. E
poi c’è il tema dei ricorsi che bloccano i lavori e paralizzano
gli investimenti. È meglio dire: i lavori vanno avanti, sui
ricorsi lavora la magistratura, e poi se un imprenditore ha
ragione scatta il risarcimento. Perché altrimenti le città si
paralizzano. Poi si può dare una stretta sui controlli: nessuno
vuole la deregolamentazione. Voglio aumentare la qualità dei
lavori ma dare anche certezze alle imprese – ha concluso la
sindaca – Io non posso aspettare 4-5 anni che una gara vada a
buon fine”. (ANSA).
Fonte Ansa.it