Dopo aver abbracciato teneramente l’amatissimo (dai francesi) Macron all’Eliseo, abbraccia Fabio Fazio e si lancia in ardite considerazioni, proponendosi come ghost writer di Salvini
A “Che tempo che fa” il campione di autopromozione (sia pure con i tempi sbagliati) più scortato della storia, Roberto Saviano, ha sparato a zero sul suo nemico immaginario Matteo Salvini. La tesi di Saviano è singolare: con il gommista Fredy, che ha ucciso un ladro moldavo che era entrato nella sua officina di notte, Salvini doveva scusarsi, non esprimergli solidarietà.
Lo scrittore di Gomorra, ha espresso “vicinanza a Fredy Pacini (che, esasperato dall’ennesimo tentativo di furto nella sua officina, ha sparato e ucciso, non certo per diletto, Vitalie Tonjoc)” e dice che le parole del ministro dell’Interno avrebbero dovuto essere queste: “Ci dispiace che tu abbia dovuto sparare per difenderti. Ci dispiace che lo Stato non ti abbia dato supporto, ci dispiace che tu abbia dovuto subire trentotto furti, che tu sia stato costretto a dormire in officina per proteggere ciò che possiedi”. Ma Salvini, ministro da cui dipendono le forze dell’ordine – ha detto il super-scortato Saviano – non ha chiesto scusa e con le sue parole ha offeso chi dipende dal suo Ministero.
“E cosa accade se chi è al governo vi dice che per difendere voi stessi dovete armarvi? Cosa significa se il ministro degli Interni dice di stare con Fredy Pacini e non gli chiede scusa per la drammatica latitanza dello Stato? Non è una chiacchiera da bar, ma è proprio il ministro degli Interni a mandare questo messaggio: difendetevi da soli, non fidatevi di noi perché, quando avete bisogno, non ci siamo…”.
In altre parole, Saviano si propone come ghost-writer del ministro dell’Interno e lui, sull’argomento, ne sa qualcosa.