La scoperta è di quelle straordinarie perché restituisce una sorta di istantanea di un remotissimo momento della storia occidentale, così come fuori dal comune sono le condizioni del luogo in cui essa è avvenuta. E’ il relitto più antico del mondo
Parliamo della nave greca del IV secolo a.C. ritrovata a oltre 2000 metri di profondità sui fondali del Mar Nero, 80 km al largo della città costiera bulgara di Burgas.
Duemila e quattrocento anni a contatto con l’acqua eppure il relitto si è conservato pressoché intatto, dal timone, alle postazioni dei rematori, fino al contenuto della stiva: “ciò è dovuto al fatto che a quelle profondità l’ossigeno è praticamente assente, oltre che al particolare habitat di un bacino chiuso e preistorico come il Mar Nero, ma confesso che l’idea di una nave che sopravvive intatta dall’epoca classica, in fondo al mare, è qualcosa che non avrei mai creduto possibile.
Questo ritrovamento cambierà certamente le nostre conoscenze e la nostra comprensione delle attività di cantieristica e della marineria del mondo antico“, ha affermato emozionato il professor Jon Adams a capo del programma di ricerca sottomarino Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP). Ma a lasciare stupiti gli archeologi, oltre al suo stato di conservazione, è la straordinaria somiglianza di questa nave con l’imbarcazione ritratta sul vaso greco “Ulisse e le Sirene” del IV secolo a.C., esposto al British Museum di Londra.
Lunga 23 metri, la nave ritrovata nel Mar Nero fu utilizzata dagli antichi greci per i commerci ma un improvviso naufragio ne determinò la scomparsa negli abissi: “Quando il Rov, il veicolo telecomandato, è sceso giù attraverso la colonna d’acqua e si è visto apparire questa nave nella luce in basso, così perfettamente conservata, ci è parso di tornare indietro nel tempo”, ha raccontato ai microfoni della Bbc Helen Farr, membro della spedizione di archeologi autori della scoperta, il cui filmato sarà visibile in un documentario di due ore di prossima presentazione al British Museum.
L’imbarcazione per ora rimarrà inamovibile, in quanto le attuali tecnologie non sono ancora in grado di consentirne un recupero senza danni. E’ stato tuttavia possibile prelevarne un frammento che ne ha permesso la datazione al radiocarbonio presso l’Università di Southampton, i cui esperti hanno affermato trattarsi tratta del “più antico relitto intatto noto al genere umano”.
Il riferimento allo stato del relitto non è privo di importanza perché va a rettificare i titoli di numerosi giornali che riferendosi alla scoperta del Mar Nero parlano genericamente della “nave più antica mai trovata”. Se infatti parliamo di resti di imbarcazioni, e non di navi intatte, sicuramente fra i più antichi vanno annoverati quelli custoditi presso il Museo Archeologico di Gela, in Sicilia, relativi a quattro navi greche ritrovate fra il 1988 e il 2014 e databili fra gli inizi del VI e quelli del V secolo a.C.