Per essere commercializzato come “biologico” un alimento deve essere stato prodotto da aziende certificate da Organismi autorizzati dal ministero dell’Agricoltura che appongono su tali prodotti il loro logo, identificandoli quali biologici
Oltre 100 tonnellate e 1.500 confezioni di alimenti non idonei alla commercializzazione, per motivi di etichettatura e tracciabilità e per motivi igienico sanitarie. E’ il bilancio dei controlli effettuati tra marzo e maggio, in tutta Italia, dal Comando carabinieri per la tutela della Salute (Nas), dedicati alla sicurezza della filiera dei prodotti da agricoltura biologica, integrandoli anche mediante specifiche campagne ispettive alle aziende operanti in tale settore. Eseguite 186 ispezioni nella filiera “biologica”, accertate 31 irregolarità presso altrettante aziende ed esercizi commerciali. Quarantanove le violazioni amministrative contestate, per un ammontare complessivo di 55 mila euro di sanzioni pecuniarie; violazioni essenzialmente riconducibili alla carente applicazione delle procedure di autocontrollo per garantire la sicurezza alimentare, insufficiente etichettatura e detenzione di prodotti alimentari biologici con termini di conservazione superati. In un intervento, è stato individuato un caso di frode in commercio presso un’azienda agricola per tentata vendita di prodotti falsamente etichettati come biologici. Per tre aziende del settore sono state disposte le sospensioni dell’attività.
Gli alimenti comunemente definiti “biologici” provengono da coltivazioni o allevamenti che utilizzano tecniche agronomiche e zootecniche a basso impatto ambientale, attraverso protocolli produttivi nei quali è vietato o limitato l’impiego di diserbanti, insetticidi o concimi contenenti sostanze di sintesi chimica. Per essere commercializzato come “biologico” un alimento deve essere stato prodotto da aziende certificate da Organismi autorizzati dal ministero dell’Agricoltura che appongono su tali prodotti il loro logo, identificandoli quali biologici.
I controlli condotti dai carabinieri del Nas in tutto il territorio nazionale è stato finalizzato a prevenire e reprimere flussi commerciali di prodotti indebitamente dichiarati biologici, individuare possibili episodi di frodi e/o rischi per la salute dei consumatori e verificare il rispetto alla normativa di settore, in particolare sulla corretta tracciabilità, origine e salubrità delle materie prime utilizzate nella produzione.
Tra gli interventi più rilevanti i Nas sottolineano quello nella provincia di Treviso, dove in uno stabilimento di produzione di prodotti dolciari e da forno, sono stati sequestrati 1.950 kg di materie prime (farine biologiche di varie tipologie) tutte recanti in etichetta un termine di conservazione già oltrepassato, detenute insieme ad altri prodotti ancora in validità. Nella provincia di Milano è stata disposta l’immediata chiusura di una ditta attiva nella produzione di alimenti per la prima colazione a base di cereali provenienti da agricoltura biologica e tradizionale, a causa di una estesa infestazione di roditori presenti nei locali di produzione e magazzino, con diffusa presenza di escrementi e di foratura degli imballaggi.
Il provvedimento urgente, adottato a tutela della salute pubblica, è stato attuato in condivisione con l’Asl intervenuta sul posto. E ancora: nella provincia di Forlì-Cesena in una ditta di vendita all’ingrosso, sono stati sequestrati 7.000 kg di materie prime (erbe medicinali, sostanze aromatiche) e di integratori alimentari, alcuni da agricoltura biologica, recanti termine di conservazione superato -in alcuni casi da più di un anno. Sono state contestate violazioni amministrative per 2.000 euro nonché segnalate criticità procedurali e igienico sanitarie all’Autorità sanitaria locale. Nella provincia di Bologna, in un’azienda conserviera operante anche su prodotti biologici, sono stati sequestrati 1.050 kg di alimenti (verdure varie in salamoia) prive delle informazioni relative al contenuto e alla tracciabilità, e 5.268 barattoli di vetro contenenti legumi (per un peso di oltre 18.700 kg), in quanto etichettati con indicazioni fuorvianti circa il paese d’origine e/o il luogo di provenienza. Sono state contestate violazioni amministrative per un importo di 15.000 euro, mentre il valore complessivo dei prodotti bloccati è pari a 29.000 euro.
Nella provincia di Brescia invece, il titolare di un’azienda agricola è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria poiché ritenuto responsabile del reato di tentata frode nell’esercizio del commercio, per aver posto in vendita alimenti vari, quali confetture, conserve e farine, falsamente etichettati come prodotti biologici. Nella circostanza sono stati posti in sequestro 126 confezioni di alimenti. Infine i Nas segnalano ad Aosta, a conclusione di accertamenti in un negozio di alimenti “bio”, il sequestro di 130 confezioni di prodotti alimentari biologici recanti in etichetta la scadenza oltrepassata. Il titolare dell’esercizio commerciale è stato sanzionato per mancata applicazione delle procedure di verifica delle scadenze e smaltimento dei prodotti scaduti di validità.
Da AGI