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Settemila perseguitati e umiliati dalla (mala)giustizia

Arresti per reati mai commessi, accuse inesistenti, riabilitazioni e risarcimenti dopo decenni, a causa di negligenze di avvocati e giudici. L’associazione delle vittime (Aivm) segue questi casi in tutta Italia: in pochi anni migliaia di segnalazioni

“Anche se poi vieni assolto non hai avuto giustizia. Perché ormai ti hanno rovinato la vita”. Diceva così Gianni C. accusato e sbattuto in carcere negli anni ’90. Poi assolto e liberato. Stordite, incapaci di reagire e di tornare ad una vita normale. Spesso i rapporti con la famiglia di deteriorano e diventa difficile ricompattarsi. C’è chi ha dovuto affrontare un giudice fallimentare senza sapere perché, chi è stato portato in carcere per reati mai commessi. E poi, riavere la fedina penale immacolata può richiedere decenni. E ottenere il giusto risarcimento dopo tanta agonia, si può aspettare anche trent’anni. Ed è per questi motivi che è nata l’Aivm (associazione italiana vittime malagiustizia) fondata da Mario Caizzone, anche lui un perseguitato e poi riabilitato ai tempi di Tangentopoli. In sei anni Aivm ha raccolto le segnalazioni di 7 mila persone. Ogni giorno tre persone si rivolgono al centro d’ascolto dell’Aivm per avere un consiglio sulle azioni per difendersi. Oltre la metà di chi si rivolge al centro ha avuto guai con la giustizia penale, altri a causa di querelle familiari trasformate in tragedie apocalittiche. E come se non bastasse, le vittime della malagiustizia, hanno dovuto affrontare anche la negligenza di un  avvocato che perde la causa, perché non fa le giuste contestazioni o non presenta il ricorso nei tempi corretti. In Aivm ci sono cinque volontari ma anche laureati in giurisprudenza o esperti di marketing. L’associazione su invito della Commissione Giustizia della Camera ha proposto la revisione della carcerazione preventiva. Aivn ha inoltre richiesto che i nomi degli imputati non devono essere divulgati fino all’udienza preliminare o al rinvio a giudizio, per dare la possibilità agli imputati stessi di difendersi. Il tema al centro è la professionalità degli avvocati e dei magistrati. (Da Buone notizie Corsera)

 

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