Le loro case sono sotto il viadotto autostradale Ritiro della Messina-Palermo, risalente al 1969, e per due anni abiteranno altrove. Il Consorzio autostrade siciliane è, fortunatamente, ente pubblico regionale e non un appalto “concesso” a privati
Hanno fatto le valigie e riempito gli scatoloni le 55 famiglie costrette a lasciare fino al 2020 le loro case che sorgono sotto il viadotto autostradale Ritiro a Messina. Per due anni, il tempo di realizzazione dei lavori di ricostruzione del viadotto della Messina-Palermo, abiteranno altrove. Entro la fine di settembre, infatti, dovrà essere completato lo svuotamento dell’area interessata per permettere il completamento dei lavori di rifacimento del viadotto Ritiro. Un’opera che costerà circa 43 milioni di euro.
Per sicurezza, tutte le abitazioni che ricadono sotto il raggio del cantiere, dovranno essere svuotare. Circa 200, dunque, le persone interessate; una partenza forzata scandita dal Consorzio autostrade siciliane che si sta occupando della ricostruzione del viadotto. Non certo un fulmine a ciel sereno, perché che dovessero lasciare casa si sapeva già da tempo, erano stati avvisati, inoltre ogni famiglia ha ricevuto un contributo per le spese di trasloco. Il viadotto Ritiro era stato realizzato nel 1969 molti anni dopo, nel 2012 la carreggiata è stata ridotta perché a rischio.
Nel 2016 la firma per la consegna dei lavori di adeguamento statico e miglioramento sismico del viadotto per poter far ritornare l’importante arteria completamente fruibile e eliminare i disagi per gli automobilisti che devono percorrere quel tratto di tangenziale.
Fonte: Agi