Poco tempo fa il Papa consigliava, in caso di dubbio di omosessualità, di non far entrare in seminario.
Scandali finanziari, abusi sui minori ed “efebofilia” (eufemismo usato per l’occasione) travolgono prelati anche molto vicini al Pontefice
“Lo scandalo abusi scoppiato al di là dell’ Oceano” scrive Lorenzo Bertocchi su “La Verità”, si sta rivelando una bomba a orologeria per la chiesa. I casi del cardinale statunitense Theodore McCarrick, emerito di Washington Dc, e del vescovo honduregno Juan José Pineda Fasquelle, ausiliare a Tegucicalpa dell’influente cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, stanno sollevando il velo su una realtà fin troppo misconosciuta.
Robert Mickens lo ha messo nero su bianco sul Washington post: «Non si può negare che l’omosessualità sia una componente chiave della crisi provocata dagli abusi sessuali del clero». Il punto, infatti, è che oltre alla promiscuità che vede coinvolti seminaristi adulti e prelati, anche nel caso di abusi su minori il problema dell’ orientamento sessuale è pesante.
Monsignor Silvano Tomasi, quando era osservatore all’ Onu per la Santa sede, nel lontano 2009, diceva che «di tutti i sacerdoti coinvolti negli abusi, l’ 80-90% appartiene a questa minoranza di orientamento sessuale che è attratta sessualmente da ragazzi adolescenti tra gli 11 e i 17 anni», una realtà quindi non strettamente classificabile con il termine pedofilia, ma più correttamente con quello di efebofilia.
Dal seminario della diocesi di Tegucicalpa, dove il cardinale Maradiaga, super elettore di papa Francesco, è metropolita dal 1993, è emersa una lettera scritta da una cinquantina di seminaristi su 180, in cui si fanno affermazioni piuttosto pesanti. Il National catholic register ha «ottenuto prove fotografiche di pornografia omosessuale, scambiate su Whatsapp tra seminaristi che non hanno firmato la lettera, così come altri messaggi osceni. Gli scambi sono stati verificati come autentici da specialisti informatici all’ Università cattolica dell’ Honduras che hanno perquisito la memoria del computer e hanno consegnato gli scambi ai vescovi del Paese».
«Viviamo un momento di tensione nella nostra casa a causa di situazioni gravemente immorali, soprattutto di un’attiva omosessualità all’interno del seminario che è stato un tabù per tutto questo tempo», hanno scritto i seminaristi, «coprendo e penalizzando questa situazione il problema è cresciuto in forza, trasformando, come un sacerdote ha detto non tanto tempo fa, un'”epidemia in seminario”».
La vicenda ha un grosso riverbero negli Stati Uniti dove divampa la polemica sulle accuse che circondano il cardinale McCarrick, che secondo quanto riferito avrebbe praticato da lungo tempo attività omosessuali con seminaristi mentre prestava servizio come vescovo in due diocesi del New Jersey negli anni Ottanta e Novanta.
Anche il cardinale di Boston Sean O’Malley, presidente della Pontificia commissione per la tutela dei minori, è intervenuto pubblicamente dicendo che la situazione richiede «più che delle scuse» e necessita un azione concreta di ripulisti, per «assicurare la giustizia alle vittime e rispondere adeguatamente alla legittima indignazione della comunità». Inoltre, O’ Malley ha sollevato il problema che «mancano procedure chiare nei confronti di vescovi e cardinali». Si allarga quindi a macchia d’ olio una domanda su chi sapeva e taceva, anche ai massimi livelli.
Il cardinale McCarrick è stato una figura molto influente all’interno della chiesa liberal americana, occupando posizioni di grande autorità e potere.
Tra l’ altro è stato anche un mentore del cardinale Kevin Farrell, 70 anni, oggi messo da Francesco a capo dell’ importante dicastero per i laici, famiglia e vita. Fu proprio McCarrick a nominare Farrell suo vescovo ausiliare a Washington nel 2001, e i due prelati hanno vissuto gomito a gomito per diverso tempo, perfino condividendo un appartamento per un certo periodo, insieme a due sacerdoti segretari. Farrell, poi promosso a Dallas nel 2007, ha perfino omaggiato McCarrick nel suo stemma episcopale.
Le dichiarazioni sconcertate rilasciate da Farrell in un’ intervista video al Catholic news agency non hanno convinto fino in fondo alcuni commentatori. Il capo dicastero di Laici, famiglia e vita, si dice «scioccato» delle notizie su McCarrick e di non essere mai stato a conoscenza dell’ abuso su minori da parte del cardinale, ma, si chiede il commentatore statunitense Rod Dreher, come poteva non essere a conoscenza dei rapporti sessuali che il prelato intratteneva con i seminaristi, dal momento che voci al proposito circolavano da tempo negli ambienti cattolici, specialmente nella costa orientale?
Anche sulla faccenda dell’ Honduras c’ è chi si chiede se il cardinale Maradiaga, coordinatore del gruppo di nove cardinali scelti dal Papa per aiutarlo nel governo della chiesa, non sapesse davvero nulla delle vicende che riguardano il suo vescovo ausiliare e della situazione che viene denunciata nel suo seminario. Da quello che scrive il vaticanista Edward Pentin, il cardinale ha definito i contenuti della lettera dei 50 seminaristi come semplici «invenzioni», ma i sospetti si addensano come tante nubi temporalesche.
Soprattutto dopo i fatti della chiesa cilena che è stata praticamente azzerata dopo lo scoppio del caso abusi che si è concretizzato negli ultimi mesi. Il prossimo 21 agosto l’influente cardinale Ricardo Ezzati, arcivescovo di Santiago, è convocato in Procura per rispondere dell’ accusa di presunti occultamenti degli abusi sessuali perpetrati dal clero cileno.
Il tutto mentre la polizia ha appena divulgato un report contenente 158 casi di religiosi, preti e vescovi indagati perché coinvolti in varia misura su 144 casi di abusi su minori e adulti.
L’onda che si alza dall’ America potrebbe diventare un vero e proprio tsunami per la chiesa e per il Papa, e così si comprendono sempre meglio le parole di Francesco all’ assemblea dei vescovi italiani nel maggio scorso: ‘Se c’ è il dubbio di omosessualità, meglio non far entrare in seminario'”.