Ricordate Sandra Mondaini in “Casa Vianello”? Prima di addormentarsi scalciava sotto le lenzuola davanti agli occhi allibiti del marito. Scherzi a parte, questa necessità può rendere difficile il sonno ed essere segnale di una patologia anche grave
Da Humanitas News
Piccoli scatti e scosse, pizzicore e formicolii, bisogno di muovere le gambe: sono i principali sintomi della “sindrome delle gambe senza riposo”, è un disturbo neurologico che colpisce in particolare le donne e si manifesta soprattutto a fine giornata o nelle ore notturne.
L’opinione di Laura Fratticci, neurologa di Humanitas.
La cause di questo disturbo
Tra le principali cause di questa patologia c’è il calo fisiologico di dopamina, un neurotrasmettitore i cui livelli si abbassano in particolare la sera, causando i sintomi indicati: “Il sistema dopaminergico sotto la corteccia celebrale è formato da neuroni che controllano il movimento – ha spiegato la dottoressa -, una sua disfunzione invia segnali errati ai muscoli causando irrequietezza e disturbi e fastidio agli arti inferiori”.
Per questo si avverte il bisogno di muoversi e fare due passi per sgranchire le gambe.
Il calo di dopamina si verifica in particolare nelle ore serali e notturne cassando così “difficoltà ad addormentarsi o addirittura interrompono il sonno”. “Chi soffre di questa sindrome tende anche a essere colpito addirittura da insonnia poiché l’irrequietezza agli arti inferiori trova sollievo solo con il movimento, costringendo il paziente ad alzarsi dal letto e inficiando così la qualità del riposo notturno”, ha aggiunto la dottoressa Fratticci.
Sindrome gambe ‘senza riposo’: due forme della stessa patologia
Esistono due forme di questa sindrome, note come forma primaria o secondaria. Nel primo caso, la sindrome è “familiare o idiopatica e la causa che la origina è dunque ignota” e “si presenta generalmente intorno ai 40 anni”.
La forma secondaria ha invece un esordio più “tardivo” ed è “associata ad altre patologie, disturbi o condizioni, come per esempio la carenza di ferro, l’insufficienza renale, il diabete di tipo 2, le neuropatie periferiche come quelle legate a uremia e diabete e le alterazioni del sistema extrapiramidale come le lesioni del midollo spinale ma anche alterazioni ormonali come la menopausa, la gravidanza (soprattutto nel terzo trimestre) e infine le malattie neurodegenerative come il Parkinson.
La diagnosi e le cure
Per diagnosticare questa sindrome non sono necessari esami strumentali o invasivi, ma è sufficiente l’osservazione clinica da parte del medico neurologo dei sintomi.
Per quanto riguarda la cura, “dipende molto dall’entità e dalla frequenza dei sintomi e dei fastidi: in alcuni vasi basta agire sullo stile di vita, migliorando la qualità del sonno, come ad esempio coricandosi e svegliarsi ad orari regolari, dedicarsi ad attività rilassanti e ridurre l’assunzione di sostanze eccitanti prima del sonno”, ha detto la neurologa di Humanitas.
Quando queste accortezze nella quotidianità non bastano, si passa alla terapia farmacologica: “tra i medicinali più usati ci sono i dipaninoagonisti e gli anticonvulsivanti”.