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Stato di agitazione sindacale, Bus Vetture e Natanti con conducente

Stato di agitazione sindacale, Bus Vetture e Natanti con conducente

di Alessandro Baglieri

Lettera aperta alle Istituzioni da parte delle Associazioni di categoria, Bus Vetture e Natanti con conducente,preannunciano l’intenzione di indire manifestazione nazionale per il 28 ottobre p.v.

Spett.le Presidente Consiglio dei Ministri
Prof. Avv.Giuseppe Conte
Spett.le Ministro dei Trasporti
Dott.ssa Paola De Micheli
Spett.le Ministro del Turismo
Dott.Dario Franceschini
Ministero degli Interni
Avv. Luciana Lamorgese
Ministero dello Sviluppo Economico
Ing. Stefano Patuanelli
Spett.le A.N.C.I.
A Sigg. Prefetti
Ai Presidenti delle Regioni.
Al Sigg. Questori

Proclamazione stato di agitazione
Le scriventi Associazioni di categoria, Bus vetture e natanti con conducente, con la presente proclamano lo Stato di agitazione sindacale, preannunciano l’intenzione di indire manifestazione nazionale per il 28 ottobre p.v. in tutte le città capoluogo di regione e chiedono la formale attivazione, nei cinque giorni successivi al ricevimento della presente, della preventiva procedura di raffreddamento e conciliazione delle controversie.

Fino ad ora abbiamo avuto il nulla assoluto – ha commentato Maurizio Reginella presidente dell’associazione Bus Turistici 2020 – aspettavamo dalla Regione il Fondo perduto attraverso un bando europeo e invece si va verso l’ennesimo rinvio”. Reginella ha poi sottolineato che la categoria in realtà è ferma da novembre 2019, visto che si tratta di aziende che vivono per lo più di contratti stagionali legati al turismo e alle gite scolastiche, con un calo del fatturato del 90% “Di conseguenza – ha aggiunto il presidente –  si rischia che la maggior parte di queste aziende non arriverà alla prossima primavera, per questo ci siamo visti costretti a proclamare lo stato di agitazione che potrebbe procedere anche in una manifestazione in strada

La motivazione alla base dello Stato di agitazione è di seguito esplicitata:
L’emergenza sanitaria pandemica denominata COVID-19 ha, per limitare il rischio di contagio, dovuto far adottare alle autorità nazionali, misure drastiche sulla limitazione della circolazione delle persone. Tale circostanza ha prodotto immediatamente la totale cancellazione delle prenotazioni delle gite scolastiche, congressi, viaggi culturali, escursioni crocieristiche e spostamenti in genere, tuttavia le attività in oggetto non rientravano tra quelle sospese dai vari DPCM e DL che si sono susseguiti dall’inizio di marzo ad oggi, ma venivano lasciate aperte perché il codice ATECO 49.00 le faceva rientrare in quelle che sono considerate essenziali. In questo frangente le aziende si sono ritrovate sulla
carta attive ma, di fatto, sono state fermate dalla totale mancanza di utenza e anche quella timidissima ripresa è stata stroncata dal risalire della curva dei contagi che ha fatto scaturire ulteriori provvedimenti restrittivi.

Le scriventi associazioni più volte hanno inviato al Governo richieste di aiuti per la grave situazione creatasi, invocando provvedimenti che avrebbero potuto in qualche modo salvare imprenditori e dipendenti dal baratro, le richieste purtroppo non hanno mai avuto un riscontro e non hanno nemmeno prodotto nessun incontro. La peculiarità di questo comparto è la totale dipendenza dai flussi turistici e, seppur rientrante nel settore trasporti, costituisce anello indispensabile ed interagente con l’industria turistica.

I Dicasteri sollecitati (Turismo e Trasporti) ed il governo stesso ignorano queste attività tenendo gli occhi puntati sui soli servizi di TPL che, se pur aventi lo stesso codice ATECO, svolgono attività completamente diverse.
Primi a fermarsi e senza speranza di ripartenza!!! Leasing, tasse, mutui, contributi spostati di qualche mese, e senza previsioni di poter ripartire e poter onorare le scadenze procrastinate. Intanto si parla di affiancamento al TPL ma fino ad oggi tale misura non è mai stata messa in atto.
In questo contesto l’esasperazione dovuta alla mancanza di attenzione da parte del Governo ci induce, nostro malgrado, ad invocare il diritto di manifestare affinché si possa avere la giusta attenzione per evitare default e licenziamenti in massa ma soprattutto perché le associazioni non riescono più a gestire le iniziative di protesta di una base ormai stanca.

Le Associazioni…

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