(ANSA) – FANO, 08 DIC – “Mi chiedo se veramente è servita a
qualcosa questa tragedia oppure, come si dice, sono solo parole.
Io mi auguro davvero che la vita di mia sorella, di queste 6
persone, perché a loro è costata la vita, a noi famiglie
continua a costarci carissimo, serva a qualcosa perché
altrimenti sarebbe inspiegabile tutto questo”. Lo ha detto
Francesco Vitali, il fratello di Benedetta, una delle sei
vittime della strage della discoteca Lanterna azzurra di
Corinaldo, dove nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018
morirono 5 adolescenti e una mamma, schiacciati dalla calca.
Francesco ha preso brevemente la parola sul sagrato della
cattedrale di Fano, dove sono stati liberati dei palloncini dopo
una messa in memoria delle vittime. “Io penso al mio futuro – ha
aggiunto -, in quanto avendo una vita davanti, quando ci saranno
i miei figli o nipoti, mi piacerebbe essere tranquillo nel
mandarli in un posto sicuro, anche se so che sarà difficile dopo
tutto quello che ho passato. Gli imprevisti nella vita ci sono
sempre, però almeno il divertimento deve essere garantito in
sicurezza”. Nell’omelia il vescovo di Fano Armando Trasarti
aveva osservato che “un luogo di divertimento è diventato un
luogo di morte, la morte di un figlio è contronatura. Chi ha
perso un figlio è come se lo allattasse per tutta la vita. Non
diamo le colpe a Dio, sono colpe degli uomini e alla Chiesa non
spetta il compito di dare giudizi, ma di accompagnare e di
consolare un dolore che si porterà fino alla tomba”. Mons.
Trasarti ha elogiato i rappresentanti delle istituzioni (il
prefetto di Pesaro Urbino, i sindaci di Fano, Senigallia,
Frontone, le città di origine delle vittime, e di Corinaldo,
forze dell’ordine) per “questa vostra presenza silente e
addolorata. Divertirsi fa bene – ha poi concluso – chi dice che
dovevano rimanere a casa, dice solo stupidità. Ho telefonato
anche a dei vescovi per questo. Superate queste banalità, era
una festa di scuola e sono caduti quelli più giovani”. (ANSA).
Fonte Ansa.it